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Nel 2015, per la prima volta nella storia americana, si sono registrati più casi di morte per overdose di droga (52000 casi) che per incidenti automobilistici (38000) casi.
Questi numeri sono sconvolgenti, trattandosi di un solo anno. Ancora più sorprendente è il fatto che la maggior parte di loro non era vittima del tipo di droghe che si potrebbero pensare – ci riferiamo alle solite prodotte e distribuite e commercializzate nelle classiche serie tv. No, circa 33000 di questi decessi sono stati causati da un abuso di droghe prodotte legalmente, in scintillanti, e regolamentari fabbriche. Hanno nomi che hai già visto negli armadietti di amici e famiglia: Percocet, Vicodin, OxyContin.
Sono antidolorifici oppioidi e ci stanno lentamente uccidendo.
I risultati di nuovi sondaggi pubblicati negli Annali della Medicina Interna gettano un po’ di luce sul perché l’abuso di oppioidi stia diventando un tale problema negli Stati Uniti. Si tratta di indagare sul fenomeno relativamente a “chi sta abusando” di questi farmaci da prescrizione, dove se li sta procurando e sopratutto, quale può essere la ragione primaria del loro consumo? Ci si chiede: cosa spinge un uomo ad abusare di tali medicinali?
Secondo il team di ricercatori del U.S. Department of Health and Human Services, 91.8 milioni di americani – più di un terzo della popolazione adulta del Paese di circa 250 milioni – utilizzano oppioidi da prescrizione nel 2015, con più di 11.5 milioni di americani che riportano un abuso di esse, cioè un’assunzione senza valide prescrizioni. Si parla quindi del 4.6% della popolazione adulta, o il 3.6% se si fa riferimento alle 320 milioni di persone che costituiscono la popolazione totale nel Paese.
E ben 1.9 milioni di quegli americani adulti ha ammesso di avere un disturbo d’utilizzo. Si tratta di non essere più in grado di distinguere le situazioni di reale bisogno, assumendo i medicinali al minimo fastidio o convinzione di disturbo. Si arriva a parlare perfino di casi di vera e propria ipocondria che sfociano in un consumo non controllato di questi prodotti.
Il Sondaggio Nazionale sul Consumo di Droghe e Salute (NSDUH) è uno studio condotto annualmente, ma il 2015 è stato il primo anno in cui i ricercatori vi hanno incluso domande specifiche sull’uso di oppioidi da prescrizione. Il team, durante la propria ricerca, ha somministrato il sondaggio a 51,200 adulti civili non ricoverati di tutti i 50 stati. Quello che hanno scoperto è molto allarmante. Per i principianti, il 63% dei partecipanti al sondaggio che hanno riportato di abusare di oppioidi da prescrizione ha dichiarato che la motivazione per cui hanno preso quei medicinali era la “gestione del dolore“.
Dei partecipanti al sondaggio che hanno riportato un abuso nel 2015, quasi il 60% ha affermato che i medicinali non gli erano stati prescritti, e il 40% ha detto che hanno ottenuto le medicine dalla famiglia o dagli amici. Nonostante la cultura pop evochi immagini di spaccio nei vicoli più malfamati, negli angoli più tetri e nascosti, l’uso scorretto può in realtà avvenire in modo molto facile. Basti pensare al caso di una madre che dà alla figlia una pillola o due per alleviare un dolore temporaneo intenso, o ancora a uno studente universitario che prende una pillola dal compagno di stanza.
Dallo studio, risulta inoltre interessante sapere che, i disturbi da uso o abuso, nel passato, erano molto comuni tra la fascia di popolazione più bassa. Si tratta di soggetti disoccupati, non assicurati, nulla tenenti e spesso con problemi di salute comportamentale o mentale. Oggi invece, i soggetti interessati sono tra i più svariati. Si va dai più giovani, fino a signore avvenenti e apparentemente senza alcun tipo di problema. Il fenomeno si è quindi allargato a macchia d’olio e questo richiede sicuramente attenzione.
Nonostante le perplessità dei ricercatori – i quali si aspettavano un tasso di prescrizioni di antidolorifici oppioidi molto alto – abbiano ottenuto un certo riscontro, stando ai risultati dello studio, i dottori non sono gli unici colpevoli. E’ sicuramente vero che i dottori stanno prescrivendo, negli ultimi anni, troppe medicine per il controllo del dolore e che, le prescrizioni coprono un periodo di tempo troppo lungo.
E’ vero anche che, come abbiamo precedentemente detto, non è poi così difficile reperire questo tipo di medicinali altrove! Eliminare il problema alla radice sembra difficile se non impossibile ma si può, sicuramente, cercare di arrivare a una riduzione sostanziale – sia della quantità che della frequenza – delle prescrizioni di antidolorifici oppiacei. Bisogna quindi ridurre i casi di erogazione di tali medicinali solo a casi urgenti e realmente necessari per periodi limitati.
Questo, al momento, sembra essere l’unico aiuto concreto che si può dare alla popolazione per diminuire i casi di overdose. Non dimentichiamoci poi, che oltre ai dottori, tra gli altri responsabili ci sono sicuramente anche pubblicità e marketing delle case farmaceutiche che fanno leva sulle personalità più deboli i quali, si sa, si lasciano convincere facilmente.