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Molti bambini in tutto il mondo soffrono di un particolare disturbo.
E’ chiamato con il codice DDAI. Si tratta di un disturbo dell’attenzione. Si manifesta tramite dei comportamenti iperattivi del bambino in oggetto. Ci sono degli studi che sostengono che le allergie alimentari possano provocare questo disturbo. E’ realmente così?
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (DDAI o ADHD) colpisce dal 3% al 5% dei bambini in America e può perdurare nell’adolescenza e nell’età adulta.
I suoi sintomi includono iperattività e difficoltà nel prestare attenzione e a controllare gli impulsi. Gli studi suggeriscono che la genetica giochi un ruolo importante in chi ha e non ha il DDAI. Ci sono molti altri fattori che possono contribuire all’insorgenza del disturbo. Una possibile causa alla quale si riferiscono i dati clinici è l’allergia alimentare.
Il test ImuPro ADHD è un esame del sangue che rileva gli anticorpi IgG (immunoglobuline G) che il sistema immunitario ha sviluppato per alimenti specifici.
Gli anticorpi IgG rivelano allergie di tipo III ovvero ad insorgenza ritardata. Le reazioni allergiche sono molto differenti. Le allergie di tipo I (immediata) si manifestanosotto forma di eruzioni cutanee, gonfiore e difficoltà respiratorie. I sintomi di tipo III comprendono ansia, depressione, insonnia, comportamento aggressivo, eccessivo parlare, perdita di memoria, disturbi dell’apprendimento, e deficit di attenzione e iperattività. Le allergie di tipo III possono avere un impatto sulla salute nel tempo.
Il sistema immunitario si può sovraccaricare eccessivamente dall’esposizione continua e costante agli allergeni alimentari.
Scoprire e gestire le allergie alimentari non solo ridurrà o eliminerà completamente i sintomi, ma stabilizzerà anche il sistema immunitario del malato di DDAI. Uno studio nei Paesi Bassi ha rilevato che l’eliminazione di allergeni alimentari precedentemente sconosciuti ha ridotto l’iperattività nel 64% dei bambini diagnosticati con DDAI. Molti medici restano scettici su una connessione tra dieta e DDAI, e un cambio di dieta è molto lontana dall’unica terapia raccomandata.
Dal momento che ogni persona che soffre di DDAI ha una diversa chimica del cervello, diversi geni e diverse sensibilità alimentari, ciascuno dovrà provare diverse combinazioni di restrizioni dietetiche, interventi comportamentali e farmaci, fino a che non trovi qualcosa che funzioni nella sua situazione specifica.
Se non riuscite a placare vostro figlio tramite l’eliminazione degli alimenti a cui è allergico potrete provare con altre tecniche.
In commercio ci sono tanti farmaci che aiutano a diminuire il disturbo. La maggior parte dei pazienti che prova i farmaci ottiene degli ottimi risultati. I principali sono tre: stimolanti, non stimolanti e antidepressivi. I farmaci stimolanti sono un approccio molto efficace anche se sembra strano. Aumentano il livello di dopamina nel cervello che svolge un ruolo fondamentale nell’attenzione.
I farmaci non stimolanti invece hanno un effetto più lento ma agiscono come quelli stimolanti.
Infine ci sono gli antidepressivi che aumentano la dopamina.