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Molti disturbi dell’apparato gastrointestinale dipendono da intolleranze alimentari, termine che racchiude un vasto gruppo di reazioni avverse al cibo basate sulla suscettibilità individuale che, contrariamente alle allergie alimentari, non sono provocate dal sistema immunitario.
Scopriamo come riconoscere le allergie e intolleranze alimentari.
Le intolleranze alimentari possono manifestarsi negli adulti con una sintomatologia molto varia:
Nel bambino, i sintomi possono apparire già nei primi mesi di vita, specie in fase di svezzamento. I principali sono: diarrea, vomito e dolori addominali. A questi possono poi associarsi in fase di crescita: stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, disturbi del sonno, tosse, dolori muscolari e articolari, gastrite, colite, gonfiore addominale, ansia e malessere generale.
In questi casi è opportuno rivolgersi subito al medico specialista.
Esistono molti tipi di intolleranze alimentari. Tra le più frequenti:
Intolleranza al lattosio: quest’ultimo è lo zucchero contenuto nel latte. I soggetti interessati hanno una carenza di lattasi, l’enzima che scinde lo zucchero del latte in glucosio e galattosio, assorbibili nell’intestino. In carenza di tale enzima, il lattosio giunge nell’intestino crasso dove viene fermentato dalla flora batterica locale. determinando dolori intestinali, eccessiva flatulenza ed episodi frequenti di diarrea.
Intolleranza al glutine o celiachia: il glutine è la proteina presente nel grano ed è una patologia in aumento, soprattutto nei bambini. Nei soggetti intolleranti al glutine l’assunzione della sostanza provoca un danno del rivestimento intestinale e una ridotta capacità di assorbimento dei principali nutrienti contenuti nel cibo.
Intolleranza al nickel: oltre all’allergia da contatto, questo metallo pesante provoca intolleranze alimentari in quanto è presente, in misura diversa, in quasi tutti gli alimenti.
Tra questi i più ricchi in nickel sono il cioccolato, la frutta secca, i legumi, i pomodori e gli spinaci.
Per individuare possibili intolleranze alimentari esistono specifici esami sierologici (esami del sangue), cutanei (prick test), del respiro (breath test, per l’intolleranza al lattosio). Una frequente strategia è la dieta di esclusione che consiste nell’eliminare dalla dieta l’alimento sospetto per un periodo di 2 o 3 settimane, per verificare la scomparsa o la persistenza dei sintomi una volta reinserito.
Diverse sono le allergie. L’allergia alimentare è una reazione del sistema immunitario nei confronti di un alimento normalmente assunto senza problemi dalla popolazione, con effetti nocivi sulla salute, che si manifesta in tempi relativamente brevi, da pochi minuti a massimo due ore.
La gravità delle allergie varia da persona a persona e può andare da una lieve irritazione all’anafilassi (reazione allergica grave potenzialmente pericolosa per la vita).
Tra le allergie alimentari più diffuse ci sono quelle ai crostacei, alla frutta a guscio, al pesce, alle uova, al latte.
I sintomi delle allergie alimentari possono essere molto diversi tra loro:
Non esiste un test standard per confermare o escludere la presenza di una allergia alimentare.
La descrizione dei sintomi, la presenza di allergie alimentari in famiglia, un approfondito esame fisico che porti a escludere o individuare altri problemi potranno aiutare il medico nella diagnosi. Indispensabile, poi, fare test per le allergie. Tra questi ci sono:
Prick test: la cute viene perforata da un ago per consentire la penetrazione dell’allergene: se dopo 20 minuti intorno al punto dell’iniezione si genera un ponfo rosso e caldo significa che il soggetto è sensibile.
Rast test o test di radio-allergo-assorbimento: è un esame del sangue in grado di misurare la risposta del sistema immunitario a determinati alimenti controllando la quantità nel sangue delle immunoglobuline E (o IgE).
Prick by prick: si basa sull’impiego diretto dell’alimento ritenuto allergizzante.
Come per le intolleranze, può inoltre essere proposta al paziente anche una dieta “a eliminazione” di alcuni alimenti che, dopo un certo periodo di tempo, verranno reintrodotti uno alla volta, dando la possibilità al medico di collegare la sintomatologia a specifici cibi.