Un momento importante per la nascita della medicina moderna è stato la scoperta degli antibiotici, la maggior parte dei quali provenivano da un’unica fonte: i batteri del suolo.
A quanto pare, però, abbiamo già attinto a sufficienza da questa fonte. La resistenza degli agenti patogeni agli antibiotici esistenti sta aumentando, mettendo in pericolo milioni di vite umane. E poche aziende farmaceutiche stanno sviluppando nuovi antibiotici di questo tipo.
Fortunatamente, la stessa classe di batteri che ci ha dato molti dei nostri antibiotici, noti come streptomyces, si insedia non solo nel terreno, ma ovunque – anche negli insetti.
Cameron Currie, un professore di batteriologia dell’Università del Wisconsin-Madison, ha dimostrato che alcuni di questi microbi forniscono agli insetti che li ospitano una protezione contro le infezioni, suggerendo che gli insetti e i loro microbi potrebbero costituire una nuova fonte di antibiotici da utilizzare in medicina.
Gli streptomyces si sono evoluti circa 380 milioni di anni fa e da allora si sono divisi in molte linee di discendenza, alcune delle quali sono più comunemente presenti nel suolo o associate agli insetti.
Questa distanza evolutiva ha permesso ai batteri di adattarsi all’ambiente in cui si sono insediati.
Con un team di collaboratori, Currie ha iniziato a raccogliere prove a sostegno della sua tesi. Per ottenere la maggior varietà di insetti possibile, il team ha raccolto più di 2.500 specie tra i principali gruppi di insetti, come mosche, formiche e api, tarme e farfalle e coleotteri. Circa un terzo sono stati raccolti in paesaggi tropicali, un altro terzo da climi temperati, il resto da regioni artiche o altre zone del pianeta.
Analizzando microbi provenienti da più di 1.400 insetti raccolti da diversi ambienti in Nord e Sud America, lo scienziato ha scoperto che i microbi trasportati dagli insetti spesso si sono dimostrati più efficaci dei batteri del suolo, fermando alcuni dei più comuni e pericolosi agenti patogeni resistenti agli antibiotici.
Durante le analisi, il team ha scoperto un nuovo antibiotico di una formica brasiliana che alleva funghi, chiamandolo cifomicina. La cifomicina si è rivelata efficace nei test di laboratorio contro funghi resistenti alla maggior parte degli altri antibiotici; inoltre, ha combattuto le infezioni fungine senza causare effetti collaterali tossici in un topo.
Visto l’esito positivo dei primi test, i ricercatori hanno presentato un brevetto per il nuovo antibiotico: questo però è solo l’inizio, dal momento che occorreranno altri studi per sviluppare farmaci a base di cifomicina.
Ad ogni modo lo studio, pubblicato il 31 gennaio sulla rivista Nature, costituisce la ricerca più ampia e approfondita mai condotta riguardo la funzione antibiotica dei microbi sugli insetti.