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Collocazione, collocazione, collocazione.
Probabilmente hai sentito tirare in ballo questa espressione nel mondo immobiliare, ma la verità è che può essere usata anche per la descrizione dell’appendice. In questo caso però si presenta un problema: l’appendice si trova in una brutta zona.
Essa infatti è collocata nell’intestino cieco -il primo tratto del colon dove intestino tenue e crasso si incontrano. È proprio questa posizione che la rende il punto principale per l’insorgenza di infezioni.
L’appendice assomiglia a un tubo chiuso con un’apertura nella parte centrale che consente l’ingresso di materia fecale. È facile capire come un’infezione in tale organo possa svilupparsi rapidamente e diventare un’emergenza sanitaria. L’appendice ha una lunghezza di soli 3 o 4 pollici circa quindi perché preoccuparsi tanto per un organo così piccolo?
Inoltre embra che l’appendice non abbia alcuna funzione all’interno del corpo umano.
Gli scienziati ipotizzano che tale organo sia un residuo del nostro apparato digerente arcaico. Essi credono che potrebbe essere stato usato dall’uomo primitivo per la digestione di foglie e corteccia difficili da smaltire.
Poiché i medici non conoscono affatto la finalità dell’appendice, non sono nemmeno in grado di stabilire l’apparato di cui fa parte. Essa è una struttura semplice formata da due tipi di tessuto.
L’esterno dell’appendice è costituito da tessuto muscolare.
Tuttavia, data la mancanza di attività, il muscolo è decisamente più debole rispetto a quelli che formano gli altri organi. Il rivestimento interno è coperto di tessuti linfatici, produttori di anticorpo. Ciò spinge molti a credere che l’appendice faccia parte del sistema immunitario. Inoltre tale organo ha un’altra caratteristica insolita: produce e secerne un’elevata quantità di muco. Non c’è dubbio, l’appendice crea molta confusione.
Certo, è chiaro che il corpo umano funziona perfettamente senza l’appendice, tuttavia alcuni scienziati sono ancora restii nel dichiarare inutile tale organo.
Un organo vestigiale è una parte del corpo che non presenta alcuna funzione. L’appendice ne è un esempio, le ali dello struzzo un altro. Il corpo umano presenta diversi organi vestigiali come l’osso sacro, i denti del giudizio e i muscoli auricolari.
Appendicite -la condizione più frequente dell’appendice- si sviluppa quando si verifica un’ostruzione all’interno dell’organo.
Poiché l’appendice è chiusa su entrambe le estremità e presenta un’apertura lungo la parte centrale, qualunque ostruzione ostacola il flusso sanguigno e provoca la necrosi del tessuto.
L’ostruzione può derivare dalla compressione di materia fecale o da una patologia conosciuta come iperplasia linfoide. Tale condizione può essere la conseguenza di morbo di Crohn, sindrome dell’intestino irritabile, mononucleosi, morbillo o infezioni gastrointestinali.
Nell’iperplasia linfoide, l’appendice produce una sovrabbondanza di cellule normali che possono formare un’ostruzione all’interno di tale organo, provocando la sua infiammazione e di conseguenza la compromissione del flusso sanguigno nella zona.
La perdita del flusso di sangue causa la morte del tessuto che costituisce l’appendice e conduce come risultato finale allo scoppio della stessa.
Quanto tempo occorre prima che si verifichi concretamente lo scoppio dell’appendice? Il tempo necessario tra la formazione dell’ostruzione e il punto in cui avviene la perforazione (o scoppio) dell’appendice di solito è di circa 72 ore.
Nel frattempo si presentano diversi sintomi che indicano che qualcosa non va.
Il primo segno generalmente è un vago dolore a livello dell’ombelico. Poi, mentre l’infiammazione si estende, si passa al dolore verso la parte destra del corpo -in genere in direzione del bacino.
Altri sintomi che si manifestano nelle prossime 24 ore sono nausea, vomito, febbre e un fenomeno denominato “dolore di rimbalzo” alla palpazione. In alcuni casi il paziente potrebbe anche manifestare gonfiore all’addome, dolore alla schiena o addirittura costipazione.
Se pensi di avere l’appendicite, vai immediatamente al pronto soccorso. Il tempo è cruciale quando si ha a che fare con l’appendice. Molto probabilmente sarà necessario effettuare una tomografia computerizzata (TAC) oppure un’ecografia per poter osservare l’appendice.
Questo metodo di diagnosi dell’appendicite ha ridotto significativamente il numero di appendicectomie effettuate sui soggetti affetti da disturbi che non hanno a che fare con l’appendicite.
Infatti, circa il 20 per cento di questi interventi chirurgici comprende la rimozione di un’appendice sana.
Ma cosa succede se l’appendice scoppia quando è ancora all’interno del nostro corpo? È chiaro che il trattamento più efficace contro l’appendicite è la sua esportazione prima che si verifichi lo scoppio. Una volta che l’appendice si rompe si verifica la diffusione di fluidi infiammatori e batteri nella cavità addominale.
Se il paziente presenta la rottura dell’appendice prima dell’intervento chirurgico, il rischio di complimentazioni aumenta di 10 volte. L’appendicectomia di solito viene eseguita per via laparoscopica, tuttavia in alcuni casi potrebbe essere necessario un intervento più invasivo e convenzionale.
Per gli anziani e i più giovani è più probabile avere complicazioni causate dall’appendicite. In entrambi i casi è probabile che si presentino sintomi non tradizionali, rendendo ancora più difficile la diagnosi.
I pazienti in giovane età spesso manifestano diarrea e vomito mentre quelli più anziani in genere provano meno dolore. La difficoltà nella diagnosi dell’appendicite può portare alla peritonite -o alla formazione di ascessi- all’interno dell’addome, che potrebbe provocare il cedimento degli organi interni e la morte.
Nel 2017 l’intervento eseguito per asportare l’appendice è davvero di routine. Per questa ragione non è necessario preoccuparsi più del dovuto.
Infatti dopo la fine dell’intervento in anestesia totale, il paziente potrà essere dimesso dopo una settimana al massimo. Successivamente dovrà recarsi in ospedale per togliere i punti. Quest’operazione durerà davvero pochissimi minuti.
Un fattore importante da tenere in considerazione è la possibilità di indossare una pancera nei giorni successivi alla operazione. Infatti per garantire la compattezza dell’addome e soprattutto evitare che i punti possano “saltare” è opportuno indossarla. Tra i numerosi modelli in commercio ne consigliamo due.
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Un sintomo dell’appendicite è il dolore di rimbalzo alla palpazione.
Per effettuarne la diagnosi, il medico esercita una pressione sull’addome per poi rilasciarla. Se il paziente prova più dolore quando la pressione viene rilasciata, a lui o lei verrà diagnosticato il dolore di rimbalzo alla palpazione.
Tale condizione inoltre è il sintomo di diverse patologie.
Oltre all’appendicite, può anche indicare epatite, problemi alle tube di Falloppio, malattia diverticolare o ernia strozzata. I medici eseguono ulteriori test per determinare la causa del dolore di rimbalzo alla palpazione.
L’appendice -un organo dalla lunghezza di appena 4 pollici- scatena numerose reazioni tra i professionisti sanitari. Infatti i medici hanno difficoltà a stabilire se l’appendice sia davvero utile al corpo.
Se tutti sono d’accordo sul fatto che l’appendice può essere rimossa senza provocare alcuna conseguenza nociva per la salute, alcuni medici e ricercatori credono che l’appendice abbia una funzione in quanto parte del sistema immunitario.
Altri ritengono che l’appendice sia un organo vestigiale, un residuo dell’epoca in cui gli uomini si nutrivano regolarmente di corteccia d’albero e avevano bisogno di un ulteriore organo che metabolizzasse le fibre alimentari.
Oltre al dissenso sulla reale funzione dell’appendice, non c’è un consenso unanime sul fatto che gli uomini avranno sempre o meno questo organo. Alcuni medici ritengono che l’evoluzione del corpo umano porterà alla scomparsa dell’appendice mentre altri credono che quest’ultima resterà, continuando a fare qualsiasi cosa stia facendo.
Se l’appendice non ha nessuna funzione è tuttavia potenzialmente soggetta a tutte queste condizioni pericolose -che possono rivelarsi perfino fatali-, quindi perché non possiamo semplicemente chiedere al dottore di rimuovere l’appendice come intervento preventivo?
Le appendicectomie profilattiche vengono occasionalmente eseguite nel caso in cui i pazienti siano sottoposti a chirurgia addominale. Per esempio, se il paziente si fa rimuovere una cisti ovarica oppure è sottoposto a un intervento di isterectomia, il dottore potrebbe eseguire contemporaneamente un’appendicectomia.
Il motivo di ciò è duplice. Se il paziente ha dei precedenti di dolore addominale, per esempio l’endometriosi, tale dolore può mascherare i sintomi dell’appendicite. Inoltre, riprendersi da un intervento addominale non è piacevole e la rimozione dell’appendice nello stesso momento in cui si esegue un altro intervento chirurgico ti aiuta a diminuire la probabilità di un ulteriore operazione.
Senza una definizione chiara sull’attività dell’appendice, non c’è accordo sul fatto che le appendictomie profilattiche -appendictomie eseguite per evitare probabili emergenze sanitarie in futuro-siano clinicamente appropriate. Per anni sono circolate dicerie sugli astronauti che si sono fatti rimuovere l’appendice prima di viaggiare nello spazio per evitare una possibile emergenza sanitaria mentre sono in orbita.
Per motivi simili (e ancora più terrestri), molte persone si chiedono se dovrebbero ricorrere alla rimozione prima di prendere un volo internazionale. Non c’è alcuna verità sulla voce riguardante gli astronauti e la maggior parte dei medici non raccomanda appendicectomie preventive nemmeno per i viaggiatori internazionali.
Il 7 per cento della popolazione generale avrà subito l’asportazione dell’appendice ad un certo punto della loro vita. Considerate le scarse probabilità e il fatto che la maggioranza dei piani assicurativi non pagherà l’appendicectomia profilattica, in genere esse non vengono prese in considerazione per il viaggiatore sano.