Appendicite acuta: i sintomi e le cause

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Per appendicite acuta si intende una infiammazione che colpisce un diverticolo nello specifico l’appendice vermiforme.Trattasi di un prolungamento a livello intestinale, lungo circa 10 centimetri che sull’uomo sembra non svolgere nessuna funzione.

Ma attenzione perché se da un lato non svolge nessuna funzione se questo organo viene colpito da una infiammazione può mettere a rischio la salute di tutto l’organismo, sino alla rimozione forzata a volte d’urgenza. Solitamente l’appendicite ha maggiore rilevanza nella prima età adulta, nell’adolescenza e nell’infanzia.

Appendicite acuta: cos’è

Annualmente l’appendicita acuta colpisce circa lo 0.2% della popolazione soprattutto nell’età geriatrica in quanto più comune nelle fasce di età tra i 10 e i 30 anni.

A livello mondiale è diffusa soprattutto nei paesi industrializzati e occidentali, dove purtroppo sono presenti cattive abitudini come dieta squilibrata e sedentarietà.

L’appendice acuta provoca un dolore molto consistente localizzato soprattutto nella parte destra del corpo ad altezza dell’addome, può essere accompagnata da altri sintomi come febbre, inappetenza e nausea.

Tutti i sintomi prima citati non devono essere mai sottovalutati in quanto questa sintomatologia rappresenta una vera e propria urgenza a livello medico che può richiedere l’intervento a livello chirurgico.

Sintomi

Generalmente i sintomi che manifestano le persone affette da appendicite sono:

1. Febbre lieve e malessere generale
2. Dolori all’addome soprattutto all’altezza dell’ombelico.

Nella successive 12/24 ore il dolore tende ad aumentare spostandosi verso il basso tra l’osso dell’anca e l’ombelico. In molti casi il dolore può essere molto intenso e costringere il paziente ad assumere una posizione antalgica con cosce che si flettono sul bacino o si tende a mettersi sdraiati.

Questa particolare patologia può portare anche a disturbi a livello gastrointestinale nello specifico diarrea, vomito e difficoltà a defecare o espellere gas.

Come detto in precedenza questa particolare patologia non deve essere per nessun motivo sottovalutata, solo in questo modo è possibile evitare eventuali complicazioni. Una appendice infiammata e gonfia potrebbe addirittura perforarsi o rompersi se ciò dovesse accadere il materiale rilasciato da questo organo può infiammare l’addome e provocare peritonite e ascessi.

Nel caso in cui si verificasse un ascesso la terapia da adottatare è a base antibiotica optando anche per il drenaggio a livello chirurgico. Invece la peritonite è molto più pericolosa e se non trattata in tempo può mettere a serio rischio la vita.

Cause

L’appendica è molto predisposta all’ostruzione, solitamente i problemi scatenanti sono:

– Corpi estranei o residui di cibo
– Parassiti intestinali
– Calcificazione delle feci
– Muco

L’infiammazzione si forma a causa del moltiplicarsi della flora microbica, segue un richiamo relativo ai globuli bianchi e successivamente l’infiammazione a livello locale.

L’ostruzione oltre che dagli aspetti elencanti prima può scaturire anche dalla formazione di aderenze, tessuto linfatico e in alcuni casi tumore localizzato. Inoltre la causa potrebbe dipendere anche da una colite ulcerosa, dal morbo di Crohn o da una malattia intestinale dovuta ad una infiammazione.

Cure e diagnosi

Per uno specialista la diagnosi è abbastanza semplice. In linea generale gli esami a cui vengono sottoposti i pazienti con presunto caso di appendicite sono:

– Analisi del sangue.

– Tac dell’addome.

Per quanto riguarda le cure nel caso in cui quella antibiotica non dovesse dare risultati il medico specialista opta per l’asportazione a livello chirurgico. La persona in questo caso viene anestetizzata a livello totale e tramite laparoscopia viene eseguita la rimozione, i tempi di recupero in questo caso sono abbastanza rapidi.

Nel caso in cui l’appendice risultasse perforata viene lasciato un drenaggio all’interno della cavità addominale al fine di facilitare l’espulsione verso l’esterno di liquidi e pus.

A seguito di questo intervento è raccomandato un digiuno che può variare tra le 24/72 ore. Il paziente viene dimesso dopo qualche giorno dall’intervento ma per un recupero totale possono trascorrere da una a due settimane.