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Nonostante l’informazione sia all’ordine del giorno e moltissime donne abbiano ormai imparato cosa significhi prevenzione, il cancro al seno continua ad essere una patologia frequente che, in molti casi, si manifesta anche in modo parecchio aggressivo.
Negli ultimi anni, l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena ha fatto grossi passi avanti nella lotta al tumore al seno. Le ultime ricerche, in particolare, hanno evidenziato un procedimento grazie al quale una forma particolarmente aggressiva di questo cancro può essere sconfitta. Questa malattia oggi colpisce una donna su sette e, solo in Italia, i casi sono quasi un milione. Di questi, oltre il 20%, sembrerebbe essere caratterizzato dalla proteina ERBB2 (meglio nota come HER2) causata da un aumento di copie del gene.
La causa è imputabile alla proliferazione cellulare incontrollata che questa produce e al fatto che essa sostiene le cellule tumorali dando origine a metastasi in altri organi. Per questo motivo è chiamata “oncogene”. Quando Her2 e la proteina Hmena si legano, il tumore diventa particolarmente aggressivo. Secondo un’altro studio, una molecola presente, ma latente nell’organismo delle donne, la p140Cap sarebbe in grado di diminuire le metastasi. Essa sembra infatti in grado di interporsi tra la proliferazione cellulare della Her2 e la diffusione delle metastasi nei tessuti mammari.
Quando l’oncogene Her2 e la proteina hMena appaiono legati, il tumore al seno diventa particolarmente difficile da sconfiggere. Tuttavia i ricercatori hanno notato che una risposta può essere trovata proprio nell’inibizione della proteina hMena, procedimento che rallenta la proliferazione tumorale indotta dal gene cancerogeno. In questo senso, la scoperta può essere molto utile anche nella fase della prevenzione, poiché il controllo dei livelli della proteina hMena può essere sintomo di sviluppo del sopracitato tumore.
La proteina Hmena sembra aver un ruolo di primaria importanza nella comparsa del tumore. Essa infatti, risulta assente nell’epitelio delle mammelle sane. Compare invece già nelle lesioni benigne che possono evolvere in tumori. A tal proposito, si è scoperto che, se si inibisce tale proteina, interrompendone la comunicazione con Her2, è possibile rallentare lo sviluppo di neoplasia. Secondo il parere di Paola Nisticò, “hMena si rivela un utile marker sia diagnostico che prognostico.
Inoltre si potrebbero individuare farmaci inibitori di hMena per interrompere i segnali che ne permettono la cooperazione col gene Her2, migliorando così il decorso clinico dei tumori al seno più aggressivi“. Sono queste le conclusioni tratte da diversi studi in vitro condotti su cellule di carcinoma. La ricerca per individuare farmaci in grado di bloccare questa proteina è sempre attiva allo scopo di migliorare il decorso clinico anche dei tumori più aggressivi.
Sono molte le donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni che presentano forme di displasia mammaria. Essa non ha nulla a che vedere col cancro al seno. E’ semplicemente un’alterazione dei tessuti. Nella displasia fibrocistica a cisti piccole (frequente tra i 30-40 anni) esse sono piccole, ripiene di liquido e più evidenti durante il periodo premestruale; nella displasia a grosse cisti (frequente tra i 40-50 anni) essa hanno una forma rotondeggiante a contenuto liquido.
Il tumore benigno più frequente è il fibroadenoma che compare soprattutto tra i 25 e i 30 anni. Esso appare come un singolo nodulo, duro e mobile accompagnato da dolore. I sintomi di questi disturbi sono:
• senso di tensione al seno;
• dolore delle mammelle;
• comparsa di noduli palpabili con la mano.
Il cancro al seno è un tumore maligno che si sviluppa nelle ghiandole mammarie e si presenta sotto forma di noduli di misura variabile.
Se non viene diagnosticato e trattato in tempo, la massa formata dalle cellule cancerose può gonfiarsi e creare delle metastasi che si diffondono nel resto dell’organismo. Conoscere il cancro al seno in tutti i suoi aspetti, dalle cause ai sintomi, fino alle cure e soprattutto alla prevenzione è molto importante. Diversi sono i fattori di rischio per il cancro al seno, anche se purtroppo non tutti prevenibili.
Le alterazioni del seno come le cisti e i fibroadenomi, rilevabili con un esame del seno, non aumentano invece il rischio di cancro
A tal proposito, si consiglia di eseguire ogni tanto l’autopalpazione del seno, esame che consiste in un auto-massaggio. Essa è fondamentale per la diagnosi precoce. L’importanza del tema è tale che, ogni anno, per ricordare il pericolo di questa malattia, ottobre diventa il mese della prevenzione del tumore al seno.
Un periodo tutto in rosa tutto dedicato all’importanza della ricerca sulla salute delle donne.