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La cefalea tensiva, o per esser più precisi la cefalea muscolo tensiva, è la forma di mal di testa più comune e non è sempre semplice identificarne le cause esatte: per questo motivo, anche curarla può risultare abbastanza difficoltoso.
Questo tipo di cefalea viene definita tensiva perché, soprattutto un tempo, si riteneva che avesse origine dalle contrazioni irregolari dei muscoli del collo e della testa. In realtà, studi medico-scientifici più recenti hanno dimostrato che non è necessariamente questa la causa.
Sebbene le origini e i processi fisiologici che la regolano non siano ancora del tutto ben definiti, sostanzialmente la cefalea tensiva può derivare da:
– un problema fisico (ad esempio, una postura scorretta, oppure difetti ortodontici);
– disturbi del sonno, quando questo risulta poco regolare o decisamente carente;
– problemi psicologici, tipo ansia, stress, ecc.;
– predisposizione genetica;
– presenza di altre patologie che possono avere, come sintomo conseguente, anche questo tipo di emicrania.
Ma come si distingue la cefalea tensiva rispetto ad altri tipi di mal di testa? E quali sono i principali sintomi che la caratterizzano?
La cefalea tensiva si manifesta con un dolore oppressivo e costante, quindi non pulsante, in pratica quello che comunemente definiamo il classico “cerchio alla testa”. E’ come se si avesse la sensazione di una sorta di fascia che stringe attorno al capo e/o alla zona cervicale.
A differenza dell’emicrania, che si sviluppa solo da un lato della testa, questo tipo di cefalea prende entrambi i lati e tende ad irradiarsi verso collo e spalle. Questo tipo di dolore può essere più o meno forte e gli attacchi possono durare pochi minuti ma anche intere giornate consecutive. Quando la situazione si ripete con molta frequenza, ed anche con una certa intensità, si può arrivare a parlare di cefalea tensiva cronica.
Il dolore alla testa non è sempre l’unico sintomo presente, perché possono essercene altri. Nausea e vomito, solitamente, non sono tra questi. Però è possibile che compaia, ad esempio, una certa sensibilità nei confronti di suoni e luci forti. In caso di palpazione, possono risultare dolenti alcune zone della testa (fronte, mandibole, ecc.), del collo (cervicale) e delle spalle (trapezio). Quando è particolarmente forte, può portare inoltre ad un calo dell’appetito.
Di solito, per curare la cefalea tensiva, bisogna fare una distinzione tra la fase acuta in corso e l’eventuale profilassi per prevenire l’insorgere degli attacchi.
Nel primo caso, il più delle volta si ricorre all’uso di FANS, vale a dire gli antinfiammatori non steroidei, che talvolta si trovano abbinati ad altre sostanze tipo la codeina o la caffeina, per renderli ancor più efficaci. L’importante è seguire sempre attentamente le indicazioni e non eccedere nell’uso di questi antinfiammatori, perché spesso hanno controindicazioni o possono portate ad effetti collaterali vari.
Quando si tratta, invece, di avviare una cura con l’intento proprio di ridurre e prevenire gli attacchi di cefalea tensiva, allora ci si orienta su altre tipologie di farmaco:
– Antidepressivi
– Anticonvulsivanti
– Miorilassanti
Esiste anche una vera e propria terapia di tipo multidisciplinare, la quale prevede non soltanto la somministrazione di farmaci, ma anche un percorso di psicoterapia, elettroterapia, fisioterapia, tecniche di rilassamento, ecc.
Per alleviare i sintomi della cefalea tensiva, non sempre è necessario ricorrere all’uso di medicinali.
Esistono, infatti, diversi prodotti di origine naturale (erbe, germogli, ecc.) che, con il loro elevato potere antinfiammatorio ed analgesico, possono dare molto sollievo. Tra questi, i principali sono:
– Artiglio del diavolo
– Estratto di salice
– Melissa
– Ribes nigrum
– Belladonna
Generalmente queste sostanze, che si trovano comunemente in commercio, possono essere facilmente assunte sotto forma di capsule, gocce di tintura madre, granuli, tisane e così via.