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La proteina C-reattiva (PCR) è una proteina che si trova nel sangue prodotta dal fegato.
Il suo aumento può essere causato da un’infiammazione generale o locale dell’organismo, indica quindi che c’è un’infiammazione ma non dove. I livelli alti di proteina C reattiva possono determinare patologie come il lupus o l’artrite reumatoide. Tuttavia è bene sapere che livelli bassi non indicano necessariamente che non possa esserci infiammazione. Le analisi di PCR ad alta sensibilità si effettuano spesso per determinare il rischio di cardiopatia in una persona.
E’ bene ricordare che i livelli possono essere alti anche durante la gravidanza o per l’assunzione di anticoncezionali orali.
In questo articolo di Tuo Benessere, ti spieghiamo come abbassare la proteina C reattiva in modo naturale e pertanto come ridurre il processo infiammatorio.
E’ difficile determinare valori standard di PCR, perchè ogni laboratorio ne stabilisce singolarmente i limiti. Normalmente non si identifica PCR nel sangue, per questo qualunque quantità, per quanto piccola, ne determinerà la presenza.
L’analisi di proteina reattiva ad alta sensibilità si realizza per valutare il rischio di cardiopatia di una persona e secondo i livelli possiamo determinare:
Ciò nonostante, come abbiamo detto, i valori possono variare leggermente da un laboratorio all’altro, anche se quelli medi tra 1.0 e 3.0 mg/L sono abbastanza generici.
Oltre al rischio cardiaco, i livelli alti di PCR indicheranno infiammazione nel corpo che potrebbe essere dovuta a diverse cause:
Ciò nonostante, come abbiamo detto, livelli bassi di PCR non significano che non ci sia un processo infiammatorio. Alcune persone con lupus o artrite reumatoide non presentano livelli alti di PCR.
Nel caso che i livelli di PCR siano conseguenza di una determinata malattia o infezione, come quelle che abbiamo citato nel paragrafo anteriore, bisognerà iniziare un trattamento con un farmaco specifico.
Questo trattamento dovrà essere stabilito dal medico o specialista in base alla causa in ciascun caso, per cui è importante seguire le indicazioni del medico.
La dieta vegetariana è ricca di grassi insaturi che aiutano ad abbassare i livelli di PCR. Alcune componenti naturali delle piante sono presenti in molti alimenti che solitamente consumiamo, ne favoriscono l’abbassamento. Si tratta degli steroli vegetali e possiamo trovarli nelle verdure ma anche nella frutta, negli oli vegetali, nelle noci o in certi cereali come l’avena.
Per di più, ingerendo cibi ricchi di fibre, favoriamo il funzionamento intestinale del nostro organismo, eliminando così rifiuti che potrebbero favorire l’infiammazione.
Le verdure a foglia verde come broccoli e spinaci sono ricche di vitamina K, essenziale per ridurre le infiammazioni. È una vitamina che solitamente si trova nel colon ed aiuta ad eliminare tossine, aiutandoci così a combattere l’infiammazione.
Spesso proviamo a seguire una dieta ricca in acidi grassi omega 6 perché sono benefici per l’organismo.
Però dobbiamo stare atteni a non esagerare, perchè rischiamo di apportare all’organismo composti non poi così sani come gli ormoni eicosanoidi. Questi ormoni possono provocare un’infiammazione cronica. Perché i livelli non siano troppo alti, è necessario consumare anche acidi grassi omega-3 che ci aiuteranno a mantenere i livelli di glucosio bassi nel sangue e a ridurre l’infiammazione.
Sono alimenti ricchi in omega 3 il pesce azzurro, il salmone, i semi di chia o le noci.
La vitamina C, E e i flavonoidi sono ideali per abbassare la PCR in modo naturale e l’infiammazione dei tessuti. Troviamo questi composti nella frutta, soprattutto nei citrici come arance e limoni, ma anche in alcuni frutti tropicali come kiwi, pomelo e mango. Si stima che mangiare un pomelo al giorno riduca i livelli di proteina C reattiva.
L’olio di semi di lino, o i semi di lino come tali, sono tra i più sani per l’organismo.
Può aiutare a sopprimere i livelli di lipidi nel sangue, oltre a contenere alte quantità di fibra dietetica. La fibra non solo aiuterà a sentirci sazi, ma come abbiamo visto con altri alimenti aiuta anche a migliorare la digestione e il funzionamento digestivo espellendo residui e tossine.
Inoltre i semi di lino contengono acidi grassi essenziali come l’omega 3 che è un antinfiammatorio molto effettivo perché aiuta a ridurre i livelli di PCR.
I semi di chia si consumano sempre più spesso e sono già considerati un superalimento o superfood. Sono una fonte vegetale di omega-3 che, come abbiamo visto, è ideale per ridurre l’infiammazione. Inoltre hanno un apporto di fibra che aiuta a migliorare il transito intestinale ed eliminare rifiuti.
Il krill è un crostaceo molto piccolo simile al gambero, ma è trasparente ed ha solo 3 cm di lunghezza.
Si alimenta di fitoplancton, alimento completo che contiene nutrienti come acidi grassi omega-3, vitamine o antiossidanti.
L’olio di krill è il prodotto naturale più efficace per abbassare la proteina C reattiva alta. Ma per funzionare deve essere puro e conservare tutte le sue proprietà. È un antinfiammatorio molto efficace che può trattare problemi come l’arteriosclerosi, problemi cardiovascolari, artrite o morbo di Crohn, ma anche per trattare la sindrome premestruale (SPM).
Questo articolo è meramente informativo: su Tuo Benessere non abbiamo facoltà di prescrivere trattamenti medici né di fornire diagnosi alcuna. Visita un medico se senti malessere.