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Consumare cibo fatto in casa è il modo migliore per alimentarsi in modo genuino. Può essere preparato sfruttando la stagionalità o la qualità di ingredienti freschi, oltre a una manodopera accurata che può rendere ogni preparazione unica.
Ma il grande vantaggio del cibo fatto in casa è quello di poter essere congelato e gustato all’occorrenza: la congelazione, infatti, arresta la degradazione degli alimenti freschi, rendendoli consumabili anche in un secondo tempo.
Il congelamento è un processo che si svolge esclusivamente in ambito casalingo. Si effettua tramite un classico freezer domestico e prevede che gli alimenti vengano mantenuti a temperature che oscillano tra 0°C e -15°C.
Naturalmente, tramite le procedure di congelamento è possibile conservare sia cibi cotti che crudi, tuttavia, per evitare che gli alimenti perdano le loro proprietà o che possano essere pericolosi per la salute, è bene osservare alcune semplici regole.
Per ottenere una corretta conservazione in freezer, un alimento congelato deve essere etichettato e protetto con un involucro o una confezione richiudibile.
Per quanto riguarda i cibi cotti, prima di riporli in congelatore è importante attendere che siano completamente freddi, ed eventualmente dividere il contenuto in più porzioni per evitare lo scongelamento di quantitativi che potrebbero non essere consumati.
In aggiunta, in presenza di più prodotti congelati, è importante consumare per primi gli alimenti conservati in precedenza, avendo cura di riporli sempre nelle aree più visibili del freezer.
In ogni caso, qualora si preveda di consumare cibi congelati, è buona norma estrarli dal freezer con un po’ di anticipo e lasciarli riposare in frigorifero. Tuttavia, in alcuni casi è possibile scongelare gli alimenti anche a bagnomaria o a temperatura ambiente o cucinandoli direttamente.
La surgelazione, anche se spesso erroneamente confusa con il congelamento, è quella procedura di conservazione ottenibile solo in ambito industriale.
La differenza tra i due procedimenti risiede nella tecnica di raffreddamento degli alimenti, poiché nella surgelazione, a differenza dei sistemi casalinghi, i prodotti vengono portati alle basse temperature in tempi molto ristretti e mantenuti costantemente in un range che oscilla tra i -18/-25°C.
Questo processo favorisce la creazione, all’interno degli alimenti, di micro cristalli di acqua che non danneggiano la struttura originaria. Di conseguenza, una volta scongelati, i cibi mantengono intatte le loro proprietà nutrizionali, garantendo le stesse caratteristiche di un prodotto fresco. Al contrario, i cristalli che si creano all’interno dei cibi congelati hanno dimensioni di gran lunga maggiori. Questo fa sì che, in fase di scongelamento, si determini una maggiore perdita d’acqua, con un conseguente dispendio extra di nutrimenti.
La surgelazione è oggi alla base della catena del freddo che permette ai surgelati di giungere perfettamente confezionati nei banchi freezer dei punti vendita.
In questa fase, gli alimenti surgelati vengono trasportati ai magazzini di stoccaggio o ai punti vendita tramite mezzi idoneamente refrigerati, ponendo la massima attenzione ai singoli processi di distribuzione. La fase di trasporto avviene, infatti, sempre secondo modalità ben precise, soprattutto perché si tratta di un sistema in cui ogni piccola falla può determinare un problema di igiene e di sicurezza alimentare.
Per queste ragioni, a occuparsi di questo particolare settore sono esclusivamente aziende operanti nella logistica e trasporto a temperatura controllata, realtà in possesso di soluzioni informatiche che possono monitorare e ottimizzare ogni fase della catena.
Tra queste, spicca per esempio STEF, azienda leader che garantisce un elevato livello di servizio per la logistica e il trasporto agroalimentare tramite una rete sicura e flessibile. Uno standard ampiamente premiato da certificazioni di qualità, che ne attestano l’efficienza nella gestione della supply chain nel rispetto della catena del freddo.