Esistono, in commercio, diverse tipologie di miele, l’amato dolcificante di bevande.
Ma come si fa a riconoscere quando il miele è puro? Ecco i consigli utili.
Il miele è uno dei dolcificanti naturali più amati e in voga da sempre e in commercio se ne trovano di diverse tipologie. Si tratta di una sostanza naturalmente molto dolce prodotta quasi unicamente da un’unica varietà di api, le Apis mellifera, dal nettare delle piante, dalle loro secrezioni o da secrezioni di insetti che si nutrono di parti vive delle piante.
Quando acquistiamo il miele, però, dobbiamo verificare che si tratti di quello puro, di qualità, e dunque dobbiamo in primis prestare attenzione all’etichetta e a cosa c’è scritto.
Sulla produzione di miele la legge indica in modo molto specifico quale deve essere la composizione: quanti zuccheri deve contenere, la percentuale di umidità e delle sostanze insolubili, l’acidità libera, l’indice diastasico e il quantitativo di idrossimetilfurfurale (HMF). Questi due indici sono importanti in quanto oggetto di specifiche analisi che indagano la freschezza e lo stato di conservazione del miele.
Sul miele si possono fare delle analisi organolettiche, chimico-fisiche e melissopalinologiche. I produttori di miele a oggi non hanno l’obbligo di indicare in etichetta se queste analisi sono state condotte o meno, ma solitamente la grande distribuzione e i rivenditori le richiedono. Di conseguenza acquistare miele dalla GDO e da negozi affidabili è una garanzia.
Tuttavia, il miele è uno dei prodotti più contraffatti, soprattutto in Cina e in altri paesi asiatici.
Le contraffazioni più frequenti si ottengono falsificandolo totalmente il prodotto oppure mescolandolo in parte con sciroppi di zuccheri cui viene aggiunto del polline (costano pochissimo e fortunatamente sono poco diffusi in Italia).
Ma come possiamo noi consumatori riconoscere se si tratta di un miele puro e di alta qualità? Ecco dei metodi molto diffusi per riconoscere se un miele è puro o contraffatto:
Test del pollice: metti una goccia di miele sul pollice.
Se gocciola o cade da un lato, il miele non è puro. Se rimane intatta, lo è.
Test dell’acqua: riempi un bicchiere d’acqua e versa dentro un cucchiaio di miele. Il miele puro rimarrà praticamente intatto e sarà immerso nel fondo del bicchiere. Il miele alterato si dissolverà.
Test della dispensa: il miele puro cristallizza nel tempo (e alle basse temperature), se invece è stato alterato continuerà ad essere miele liquido, non importa quanto tempo rimane fermo nella vostra dispensa.
Fa eccezione il miele di acacia che è l’unico che non subisce il processo di cristallizzazione.
Test del fuoco: immergi un pezzetto di ovatta in un po’ di miele e poi metti a contatto con una fiamma. Il miele naturale si accenderà facilmente e la fiamma lo brucerà, il falso miele invece non si accenderà a causa dell’umidità che contiene.
Questi test, però, secondo gli esperti non sono così validi e attendibili.
Il consiglio per scegliere un miele di qualità è sempre quello di leggere l’etichetta. La legge di riferimento è la n. 81/11 marzo 2006, secondo cui “sull’etichetta devono essere indicati il Paese o i Paesi d’origine in cui il miele è stato raccolto”.
In riferimento alla provenienza, rispetto alla normativa UE, quella italiana è più severa: i confezionatori italiani sono obbligati a riportare anche i nomi dei Paesi di origine delle miscele, non necessariamente in ordine decrescente, ma evidenziando chi ha fornito più del 20% della materia prima.
Il secondo elemento a cui prestare attenzione, pur tenendo conto delle caratteristiche cromatiche delle varietà specifiche, è l’omogeneità: un miele con colore omogeneo, privo di differenze, macchie, difformità, indica generalmente un prodotto di qualità e soprattutto un prodotto conservato in modo corretto.
Il miele, il dolcificante naturale più venduto e prodotto nel mondo in particolare in Italia, come abbiamo detto può andare incontro a contraffazione proprio perché si ha un gran bisogno di produrlo e di farlo in poco tempo. Ma ci sono dei metodi e consigli, come detto, per rendersi conto da sé se si tratta di un miele buono, di qualità, e dunque “puro” o di un miele di scarsa qualità.
Il miele viene prodotto quasi unicamente da un’unica varietà di api: le Apis mellifera.
Il colore del miele varia a seconda del tipo di pollini e nettari raccolti dalle api, quindi ogni tipologia di miele ha una diversa colorazione. Ci sono varietà più chiare e varietà più scure, per cui non esiste un colore universale che aiuti a capire la qualità del prodotto. Il miele di acacia purissimo, a seconda delle annate, può essere addirittura quasi trasparente.
L’Italia, primo produttore di miele, deve comunque fare i conti con la presenza sul mercato di alcuni mieli provenienti dall’Asia che ci espongono non solo al rischio di consumare un prodotto di scarsa qualità ma anche di ingerire antibiotici illegali e metalli pesanti dai quali il miele potrebbe essere stato contaminato.
Il consiglio è quello di mettere una quantità di circa 30 g di miele in un calice da vino. Il primo esame è quello della vista: stato fisico, aspetto e colore forniscono già delle prime indicazioni rispetto al prodotto.
Il secondo consiglio è l’olfatto: mettete del miele “steso” sulla superficie del bicchiere. L’intensità è primo elemento a cui prestare attenzione: da impercettibile a forte. Considerate prima aroma, sapore e persistenza e poi passate alla consistenza.