Cos’è e come si risolve il voice shaming?

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Ancora poco conosciuto, il voice shaming è un fenomeno spesso sottovalutato che colpisce perlopiù giovani ragazzi o ragazze.

Ma di cosa si tratta e perché è legato al linguaggio? Ecco cos’è e come si risolve.

Cos’è e come si risolve il voice shaming?

Il fenomeno del voice shaming è una forma di bullismo e discriminazione che tocca soprattutto i più giovani, legata a un disturbo del linguaggio, di voce e di comunicazione. Anche se ancora poco conosciuta e sottovalutata, in Italia oltre un milione di persone soffre di balbuzie, dei quali più di 200mila sono ragazzi/e under 18.

Sono invece più di 570mila i minori che presentano disturbi del linguaggio in età di sviluppo e 150mila i soggetti afasici. Le persone affette da disturbi della voce e del linguaggio sono tre volte più soggetti al rischio di discriminazioni e bullismo rispetto ai loro coetanei.

Tra i principali disturbi del linguaggio vi sono: dislalie, disfonie, balbuzie e disturbi pragmatico della comunicazione. Analizziamole: la disfonia è qualsiasi alterazione dal punto di vista qualitativo della voce.

Per dislalia si intende un disturbo nell’articolazione dei suoni e quindi della pronuncia, molto frequente in età infantile.

Per disturbo pragmatico si intende la difficoltà nell’uso funzionale della comunicazione verbale e non verbale, in assenza di interessi e comportamenti ristretti e ripetitivi. Per balbuzie si intende un’alterazione della fluenza che si manifesta con anomalie quali per esempio ripetizioni, prolungamenti di suono, blocchi fonatori udibili o silenti.

Quello più diffuso è la balbuzie, un disturbo della fluenza verbale che esordisce principalmente durante l’infanzia e che può manifestarsi in diversi modi.

Infatti, può presentare non solo sintomi verbali, come blocchi udibili o silenti, esitazioni, pause, ripetizioni e prolungamenti di suono, ma anche sintomi motori, quali spasmi, tic, contrazione dei muscoli del viso e modifiche della postura.

Ma come nasce questo fenomeno di discriminazione? Alla base del voice shaming vi sono, tendenzialmente, pregiudizi culturali. Idea comune è, infatti, quella secondo la quale la balbuzie, ad esempio, sia da ricondurre a eventi traumatici o affini, facendo percepire l’individuo che balbetta come incapace di condurre una vita “normale” e funzionale e di svolgere una qualsiasi attività lavorativa.

Cos’è il voice shaming? Gli effetti sui giovani

Il voice shaming, fenomeno legato a fattori discriminatori nei confronti di chi ha un disturbo del linguaggio, voce o comunicazione, è spesso sottovalutato ma in realtà è davvero preoccupante e diffuso.

Vittime del voice shaming sono perlopiù giovanissimi e questo è ancora più grave, se pensiamo alla loro inesperienza e capacità di reagire.

Ma in che modo il voice shaming impatta sulla vita delle persone che ne sono coinvolte? Come si legge sul report riguardante il fenomeno, le conseguenze più frequenti sono: umiliazione (62%), inadeguatezza (53%), rabbia (46%) e frustrazione (45%). In sette casi su dieci, inoltre, il luogo in cui il voice shaming si esplica con più frequenza è la scuola, in particolar modo quella primaria.

Durante l’adolescenza, poi, il rischio aumenta notevolmente, con un’incidenza del 30% nelle scuole secondarie di primo grado e del 36% nelle scuole secondarie di secondo grado.

Come affrontare tutto ciò? Per prima cosa bisogna denunciare tutte le forme di discriminazione utilizzando, ad esempio, la chat messa a disposizione dall’Associazione Vivavoce, Voice Help che raccoglie le richieste di aiuto e supporto dei giovani “vittime” del voice shaming.