Per noi italiani il cibo consolatorio per eccellenza è la pizza, poi la pasta.
Ognuno di noi ha un “comfort food” a cui si sente particolare legato in qualche modo. Ma cos’è e perché ne sentiamo il bisogno?
Il comfort food, cibo consolatorio, come pizza, pane, biscotti, dolci e tanti altri cibi “spazzatura” o processati, viene assunto principalmente quando abbiamo un senso di ansia e vuoto interiore, e pensiamo che assumendo comfort food ci sentiremo meglio.
Ma davvero può influire sull’umore?
Si, secondo la scienza è in grado di modulare l’umore innescando ricordi positivi, e possono persino aiutare le persone a sentirsi in contatto con la famiglia e gli amici, quando invece sono effettivamente sole. Questo è il motivo per cui le persone cercano cibi consolatori come il cioccolato soprattutto durante i momenti di crisi.
Ma cos’è il comfort food? Ciò che rende effettivamente il cibo un “comfort food” è il contesto, diverso per tutti.
Spesso ha a che fare con i sapori e gli aromi dell’infanzia: il comfort food ha spesso il potere di riportarci indietro nel tempo. Storicamente, le persone cercano più comfort food quando attraversano un momento di crisi: questa tendenza è stata documentata dopo l’11 settembre e durante le recenti recessioni economiche.
L’attuale ritorno di tendenza del comfort food ha a che fare con emozioni negative, dall’incertezza sul futuro all’ansia finanziaria, e le persone spesso usano il cibo per regolare i sentimenti.
Stranamente, però, cercano il comfort food anche quando vogliono festeggiare.
Di solito si desiderano i cibi dolci quando sono siamo sotto stress, come dimostrano gli studi: una teoria che spiega la connessione stress-zuccheri sostiene che esista una base evolutiva per queste voglie. I ricercatori pensano che l’energia dei cibi dolci possa essere ciò di cui un organismo ha bisogno per gestire lo stress.
In tempi di solitudine, noia o emozioni negative, i ricordi coinvolgenti possono migliorare l’umore, aumentare l’autostima e rafforzare i legami sociali.
Il cibo è emotività perché le aree del cervello dove archiviamo le informazioni su gusto e sapore sono le stesse in cui immagazziniamo le emozioni, le reazioni a quello che ci succede e i nostri ricordi. Secondo gli esperti mangiare cibo consolatorio può anche stimolare dopamina e la serotonina, che attivano il piacere.
Il comfort food è quella tipologia di cibo che ci consola nei momenti di stress, tensione, tristezza, tutti sentimenti negativi quando abbiamo bisogno di un po’ di sollievo e lo ritroviamo nel cibo. L’attrazione che esercitano i comfort food su di noi è dovuta ad un mix di motivi biologici e psicologici: la dopamina che si attiva nel cervello quando li mangiamo, associata ai ricordi positivi dell’infanzia e alla loro facilità di preparazione.
Questi fattori insieme ci fanno sentire meglio, anche se solo temporaneamente, quando ci consoliamo con il cibo “comfort”, che può essere un dolce, la pizza, patatine fritte, cioccolato etc. a seconda dei gusti personali. Ma perché ne siamo attratti? Questi cibi sono in grado di catalizzare le sensazioni di piacere più intense, stimolando il rilascio di vari ormoni nel nostro corpo come la dopamina, l’insulina, il cortisolo e infine la leptina (che regola la fame).
Gli alimenti sani, invece, sembrano non avere questo super potere. Le verdure a foglia verde, ad esempio, sono ricche di vitamine, minerali e fibre, ma povere di zucchero e sale, per cui il nostro cervello tende a non desiderarle nello stesso modo in cui desideriamo patatine fritte, gelato o pizza.
Ma sebbene i comfort food riescano a fornire una rapida scarica di dopamina a breve termine, possono anche scatenare sentimenti di rimorso, poiché sappiamo che non sono benefici per la nostra salute.