La tachicardia è l’aumento del ritmo cardiaco che non fa per nulla bene al cuore perchè il muscolo consuma più ossigeno e si affatica.
Se questo avviene dopo una corsa o dopo aver fatto un grande sforzo è più che naturale e non comporta nessun problema. Nel caso invece non ci sia una giustificazione esterna è il caso di rivolgersi al medico. In generale si tratta di una aritmia e merita attenzioni sia che si tratti di bradicardia (il ritmo ritmico è più basso del normale), sia di una tachicardia (la frequenza è al di sopra dei valori considerati massimi, di solito oltre i 100 battiti al minuto).
Alcune forme di tachicardia non hanno bisogno di alcun tipo di trattamento, mentre in altri casi è fondamentale intervenire con una terapia farmacologica o chilurgica. I farmaci per combattere la tachicardia sono chiamati antiaritmici e comprendono diversi tipi di medicinali tra cui anche i betabloccanti. Oltre a questi, è bene che la persona affetta da questo problema assuma farmaci scoagulanti allo scopo d’impedire che si formino trombi.
Tutti i farmaci devono essere prescritti dal medico e vanno tenute sotto controllo in modo da poterne verificare l’efficacia.
Il corretto ritmo cardiaco può essere ripristinato anche grazie alla cardioversione elettrica esterna, ossia si tratta di un intervento che si fa in ospedale e prevede l’invio di scariche elettriche al cuore grazie a uno specifico defibrillatore allo scopo di resettare l’attività elettrica cardiaca. Non si tratta della defibrillazione più comune e a cui si ricorre nei casi di emergenza.
Nel caso di fibrillazione atriale si può ricorrere all’ablazione con atetere. In pratica viene utilizzato un catetere introdotto nel cuore attraverso un vaso sanguigno grazie alla radiofrequenza. Anche se c’è una diagnosi di malattia aritmogena su base genetica ereditaria e quindi c’è il rischio dimorte improvvisa, è possibile utilizzare varie strategie mediche e chirurgiche di prevenzione per far diminuire tale pericolo.
Quando il ritmo cardiaco è troppo rapido e non controllato, è possibile che la circolazione del sangue si rallenti ed è anche possibile che i piccoli trombi siano spesso spinti verso vasi anche molto lontani.
Ad esempio, durante un infarto subentra una tachicardia acuta come la fibrillazione atriale, piccoli trombi si possono spingere fino ai vasi cerebrali e portare agli ictus. Nel caso in cui la tachicardia sia di tipo ventricolare potrebbe portare alla morte improvvisa.
Spesso, soprattutto i giovani, potrebbero avere la tachicardia come disturbo momentaneo che si risolve da solo dopo poco tempo. Quando però il sintomo si ripete per qualche giorno di seguito e per diversi giorni uno dopo l’altro, anche quando siete a riposo, vi suggeriamo di andare dal vostro medico di fiducia in modo tale da avere consigli su come agire.
Le persone anziane che già soffrono di disturbi cardiovascolari è bene che siano costantemente sotto controllo medico.