Covid: gli studi scientifici non si fermano

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Gli ultimi studi scientifici sul Covid-19 arrivano da tutto il mondo, e mettono in risalto caratteristiche del virus di cui ancora non eravamo a conoscenza.

Facciamo il punto delle ultime scoperte.

Covid: gli ultimi studi scientifici

Le ultime scoperte sul Covid riguardano la salute fisica e mentale di chi ne è a contatto. E’ giusto esserne a conoscenza date le lunghe tempistiche che potrebbe richiedere la campagna di vaccinazione di massa.

Microbioma intestinale e Covid

Il primo tra i nuovi studi sul Covid-19 arriva da Hong Kong, dalla Chinese University. La scoperta della ricercatrice Siew Ng riguarda la correlazione tra Coronavirus e microbioma intestinale.

I risultati dello studio svolto su più di 100 pazienti ha dimostrato che la composizione del microbioma intestinale dei malati di Covid era alterata in maniera significativa, rispetto ai pazienti non infetti. Il microbiota intestinale quando alterato – ovvero quando non presenta batteri “buoni” che servono al nostro sistema immunitario – rappresenta dunque un aggravamento della malattia.

Pazienti di colore: rischio Covid

Durante la pandemia si è verificato l’alto rischio che corrono i pazienti di colore di contrarre maggiormente il virus.

A questa difficoltà si aggiunge la correlazione tra Covid-19 e diabete di tipo 1. In particolare, lo studio svolto negli USA ha dimostrato che c’è una maggiore possibilità di sviluppare una complicanza nota come chetoacidosi diabetica. Questa colpirebbe quattro volte in più i pazienti di colore rispetto agli altri.

In corsia: salute mentale e protezione

Un nuovo studio legato al Covid svolto in Inghilterra ha dimostrato che il personale che lavora in terapia intensiva per il virus ha iniziato a soffrire di ansia, depressione, disturbo post-traumatico da stress.

Su 700 persone il 45% ha raggiunto una gravità significativa dal punto di vista psichico da quando c’è stata la nuova ondata che sta spaventando la Gran Bretagna. Le difficoltà psicologiche, oltre ad essere limitanti per queste persone, possono anche compromettere il loro lavoro.

Un ultimo studio svolto sempre tra i corridoi dell’ospedale riguarda i giubbotti di raffreddamento. Questi, quando indossati dal personale sanitario, aiuterebbero a regolare la temperatura, evitando di sentirsi troppo accaldati e quindi a disagio.