La variante brasiliana del Covid: perchè preoccupa?

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Tra le diverse varianti del virus presentatesi nell’ultimo periodo, a spaventare di più potrebbe essere la variante brasiliana del Covid-19.

Infettivologi e professionisti non nascondono i timori verso quest’ultima, e ammettono la necessità di approfondire gli studi sulla mutazione.

Covid: la variante brasiliana

La variante brasiliana del Covid è stata isolata già alcuni giorni fa (6 gennaio) dall’Istituto Nazionale Giapponese per le malattie infettive. Essa nasce da alcune mutazioni che interessano l’ormai famosa proteina Spike. E queste mutazioni hanno spaventato gli studiosi per il loro alto tasso di contagiosità, più alto rispetto al solito.

Più tardi, dopo quel che è accaduto a Manaus – collasso degli ospedali della città brasiliana dovuta alla nuova ondata del virus – la cosiddetta variante brasiliana del Covid-19 ha preoccupato i virologi, e non poco. Pare infatti che questa possa contagiare non solo chi non era ancora stato infettato dal Coronavirus, ma anche chi per il virus si era già ammalato. Questo avviene perché il virus “evade” gli anticorpi formatisi dalla vecchia infezione.

Ecco perché tra le prime misure prese dal governo c’è stata la chiusura dei voli provenienti dal Brasile.

E il vaccino?

Questa non è la prima variante del virus che si sviluppa e diffonde nel mondo. Abbiamo conosciuto anche la variante inglese, quella sudafricana, la variante che ha origine in Danimarca negli allevamenti di visoni. Queste, sono il motivo per cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha esortato a raccogliere le sequenze genetiche delle diverse varianti, per conoscerne la natura e le possibili conseguenze.

Data l’esistenza di diverse mutazioni del Coronavirus, c’è chi si chiede se il vaccino che in questo momento si sta somministrando nel mondo sia efficace anche contro la variante brasiliana del Covid. Le risposte non sono ancora certe, ma senz’altro i ricercatori hanno iniziato a concentrarsi proprio su questo aspetto.