Quando le analisi del sangue o delle urine rilevano la creatinina alta, significa che il rene non riesce a filtrare adeguatamente questo prodotto di scarto, originato dal continuo susseguirsi delle contrazioni e delle distensioni muscolari.
Quantità oltre 1,3mg/dl per via ematica o più elevati di 1,8mg/dl in seguito alla minzione vanno considerati, quindi, come campanelli d’allarme per la salute dei propri reni e per il benessere fisico in generale. Il livello di tale sostanza è direttamente proporzionale alla massa muscolare sviluppata: a tale proposito, va precisato che le integrazioni di creatina (vero motore per i muscoli e dalla quale deriva la stessa creatinina) non inducono scompensi o scostamenti significativi, anche nel lungo termine.
Naturalmente, non bisogna superare i 3-5g giornalieri, per evitare crampi e disidratazione. Pertanto, un leggero incremento del valore in seguito ad attività sportive intense si può ritenere normale, insieme ai trattamenti a base di statine per la cura dell’ipercolesterolemia. A parte queste eccezioni, disfunzioni tiroidee, fumo e predisposizione genetica rientrano tra le cause di aumento di questo parametro che, soprattutto per le forme croniche, si associa all’osteoporosi da insufficienza renale: gli organi dell’apparato, coinvolti nella sintesi della vitamina D, non sono in grado di immagazzinarla.
Qualsiasi tipo di scompenso renale incide negativamente sulla qualità della vita e la creatinina alta non fa eccezione; come sempre, il primo aiuto viene da un’alimentazione controllata, ma normo-calorica. Tra i cibi proibiti occorre evitare i salumi e i formaggi, soprattutto quelli stagionati per il loro elevato grado di sapidità; i piatti pronti in scatola e quelli ricchi di conservanti, nonché il sale, facilmente sostituibile con le erbe aromatiche e le spezie.
Da abolire anche le acque gassate o con un residuo fisso alto: meglio idratarsi adeguatamente con quelle oligominerali, che non costringono i reni ad un sovraccarico di lavoro. Tra i principi nutritivi da privilegiare, invece, rientrano le proteine nobili del pesce, più facilmente digeribili rispetto a quelle delle carni magre, che vanno assunte con moderazione. Anche le verdure sono un’ottima scelta, mentre occorre cautela nel consumo di legumi: sono ammessi in quantità limitate e solo dopo un ammollo prolungato, perché ricchi di fosforo e di potassio.
Questi minerali, parti integranti di una dieta sana quando le condizioni di salute sono buone, risultano dannosi in caso di problemi di filtraggio delle scorie. Una menzione a parte meritano le fonti glucidiche private della loro componente proteica: pur non essendo la scelta migliore per il palato, è opportuno ricordare che le ASL offrono l’esenzione per l’acquisto di pane e pasta aproteici fino a 8kg, in caso di insufficienza renale; in fondo, sacrificare un po’ il gusto in nome della salute si può fare, quando si volessero evitare guai peggiori.
Per delucidazioni in merito, contattare il distretto sanitario di riferimento.
Oltre alle prescrizioni alimentari, in se stesse capaci di migliorare la qualità di vita del paziente, vanno messe in pratica alcune raccomandazioni per contrastare elevati valori di questo parametro. La prima è smettere di fumare, poiché il vizio di accendere la sigaretta è un tratto comune a molti quadri di insufficienza renale; anche mantenersi attivi con un’attività fisica moderata, ma costante, è benefico per la salute dei reni, oltre che nel ridurre il peso e la circonferenza della vita: in questo caso, camminare è un esercizio a costo zero e praticamente alla portata di tutti.
Questo consiglio riguarda anche chi ha difficoltà di deambulazione: pur con un accompagnatore e seguendo il proprio ritmo, l’importante è non rimanere fermi. Per concludere, nella lotta alla creatinina alta non va dimenticato un frequente monitoraggio di pressione e glicemia: i macchinari attualmente a disposizione sono semplici da utilizzare, permettono dei rilevamenti rapidi ed offrono dei risultati con un ottimo margine di precisione.