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Torniamo oggi a parlare della depressione e, in particolar modo, di uno specifico momento in cui questa può manifestarsi.
Secondo uno studio apparso sul “New England Journal of Medicine” la depressione emerge nel vissuto quotidiano soprattutto dopo una gravidanza, e non dopo un aborto, come invece si pensava qualche tempo fa. Ovviamente, anche l’aborto è senza dubbio un’esperienza traumatica che, però, viene vissuta in modo totalmente diverso rispetto alla nascita di un bambino. Dai dati analizzati scopriamo infatti che, se 15 neo mamme su 1000 chiedono assistenza psicologica dopo il parto, solo 7 su 1000 ricorrono a uno specialista dopo un aborto.
Questo si verifica perché la nascita, nonostante sia sempre accolta con gioia e amore, è innegabilmente una rottura netta col passato. L’equilibrio di vita precedente l’arrivo del bebè viene infatti distrutto per sempre e la donna entra in una nuova fase della sua vita. Questo cambiamento a volte, può rappresentare un carico psicologico troppo pesante da sostenere.
La depressione che si registra a seguito di un aborto rivela un bisogno superare l’esperienza abortiva che rappresenta un forte trauma.
Quello che emerge è la necessità di riconoscere ed elaborare la perdita, di affrontare la rabbia e il dolore che ne conseguono. La depressione post-aborto è solitamente più frequente per gli aborti naturali ma, non mancano i casi depressivi in seguito a interruzioni volontarie della gravidanza. Che sia voluta o no, la gravidanza non è mai un’esperienza neutrale ma riveste un grande significato nella vita di una donna. In Italia, negli ultimi decenni hanno avuto luogo circa cinque milioni di aborti legali e si può dunque immaginare quante siano le donne a soffrano di questo dolore.
Capita anche che per cercare di sanare le ferite venga attivato un meccanismo di rimozione dell’evento. E’ però scientificamente provato che questo non funziona. Il dolore riemerge infatti nelle successive occasioni di perdita, che siano di un affetto, di un lavoro o che si tratti di un semplice fallimento. La rimozione non è quindi la soluzione. E’ invece molto importante prendersi il tempo per elaborare il lutto e superarlo. I postumi di un aborto più frequenti sono solitamente: bassa autostima, pianti prolungati e incontrollabili, depressione, rabbia, senso di colpa e di alienazione, vergogna ed isolamento, flashback e incubi.
Le donne si sentono in colpa, insensibili e manifestano spesso dipendenze da alcol e stupefacenti e tendenze suicide.
La depressione post-Partum, dal latino “dopo il parto” è una forma di disturbo nervoso che colpisce un numero sempre maggiore di donne già a partire dal 3° o 4° giorno dal termine della gravidanza. Si tratta quindi di un disturbo molto comune i cui sintomi sono solitamente crisi di pianto senza motivi apparenti, irritabilità, stati di ansia e inquietudine.
Questi disagi possono durante qualche giorno o, in rari casi, manifestarsi come una vera e propria depressione che può durare anche un anno intero. Ancora oscure sembrerebbero le cause del fenomeno ma, alcuni studiosi, individuano nei cambiamenti ormonali della donna i maggiori responsabili di questi disturbi. In realtà i motivi sono anche e soprattutto di origine psicologica e sono legati al grande cambiamento successivo alla gravidanza e alle paure che accompagnano questa fase di passaggio.
In realtà, il pediatra e psicoanalista Donald Winnicot per i leggeri sintomi depressivi post partum parla più di “baby blues” che di vera e propria depressione. Ci sono quindi infatti tipologie della diverse e ognuna di esse ha un proprio nome specifico.
Il blues (malinconia) post partum, si manifesta in un numero elevato di casi, circa il 70%. Si presenta solitamente con frequenti e prolungate crisi di pianto, stati di tristezza e di ansia che tendono però a scomparire nei 15 giorni successivi al parto e non richiedono particolari cure.
La pazienza e l’assistenza dei propri cari sono il rimedio migliore. Questa tristezza infatti tende a passare da sola. Non si tratta di un vero e proprio disturbo ma di una sorta di condizione fisiologica.
Più gravi e duraturi sono invece i sintomi della depressione post partum. Talvolta il blues diventa un vero e proprio disturbo psicologico. Esso Colpisce il 10-15% delle mamme. Si manifesta in genere a partire dal terzo mese fino al primo anno dopo il parto.
In questo caso specifico, i sintomi sono quelli tipici della normale depressione: ansia e preoccupazione, cattivo umore, pessimismo, perdita di interesse e piacere nell’affrontare la quotidianità, disturbi sonno, alterazioni dell’appetito. Di solito chi soffre di depressione post partum manifesta anche un senso di inadeguatezza rispetto alla cura del bambino. Possono prevalere paura, senso di incompetenza e incapacità di soddisfare le esigenze del bebè.
E’ la forma più grave di depressione e richiede misure mediche tempestive e adeguate.
I sintomi più comuni registrati sono solitamente: agitazione, confusione, disagio sociale, insonnia, paranoia, allucinazioni, tendenze suicide e/o omicide nei confronti del bambino. I casi sono circa uno su mille e rendono spesso necessario il ricovero con una serie di cure adeguate.
In questi casi, che si tratti di depressione post-partum o di aborto, la cosa più importante è non sottovalutare il problema. E’ importante parlarne, circondarsi delle persone care e.
Nel caso dell’aborto, bisogna darsi il giusto tempo per elaborare la perdita ed aspettare qualche tempo prima di provare a concepire nuovamente un figlio. Il tempo e l’affetto sono la soluzione migliore per entrambi i disturbi.