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Secondo le previsioni, nel 2050 saremo più di 9 miliardi di persone, vivremo su un pianeta con risorse sempre più scarse, meno terre coltivabili a disposizione, inquinamento delle acque, deforestazioni e surriscaldamento del clima globale.
Come sopravvivremo? Gli insetti sono una delle possibili risposte che da qualche tempo circolano fra gli alimentaristi.
Secondo la FAO più di 2 miliardi di persone fanno già uso di insetti per fini alimentari e le specie commestibili in commercio sono oltre 1.900. L’Europa ancora non ha autorizzato la vendita di insetti, ma negli ultimi mesi qualcosa si è mosso.
Le normative europee circa il consumo di insetti per uso alimentare sono piuttosto restrittive: gli insetti rientrano nella definizione di “Novel Food”, ovvero tutti quei prodotti e sostanze alimentari per i quali non è dimostrabile un consumo significativo all’interno dell’Unione europea.
Tuttavia alcuni stati membri dell’UE hanno escluso dalla definizione di “Novel Food” gli insetti ammettendone, dopo alcune valutazioni del rischio, la distribuzione nel loro territorio.
Esempi in questa direzione sono l’Olanda e il Belgio, dove prodotti a base di insetto sono in vendita nei supermercati già da diverso tempo.
Anche in Francia ci sono degli store online che offrono snack a base di insetto. Il consumo di insetti sembra essere una pratica routine invece negli Stati Uniti, dove diverse start-up hanno investito in questo settore producendo cioccolata e farine, spesso con attività di e-commerce.
Dunque, cosa mangiare nella dieta degli insetti? Nel mondo si consumano più di 1.900 specie di insetti, quelli più comunemente usati come cibo sono:
coleotteri (31%);
lepidotteri (bruchi, 18%);
api, vespe e formiche (imenotteri, 14%),
cavallette, locuste e grilli (Ortotteri, 13%);
cicale, cicaline, cocciniglie e cimici (Emitteri, 10%);
termiti (Isotteri, 3%);
libellule (Odonati, 3%);
mosche (Ditteri 2%).
Tra gli insetti più commestibili troviamo le formiche.
Solo alcune specie sono edibili in quanto molte di esse producono acido formico, tossico per l’organismo umano.
In Kenya si riporta che le termiti e le mosche di lago vengano consumate cotte in forno, al vapore o bollite per essere trasformate in alimenti più elaborati come muffins o polpettoni.
Pochi grassi e tante proteine, con un buon range di vitamine. Le cicale spendono la quasi totalità della loro vita succhiando le radici di piante molto nutritive; questa alimentazione specifica dà loro un sapore a metà tra la polpa di granchio e l’asparago, a quanto pare.
Generalmente vengono consumate con la cioccolata, arrostite nelle erbe, o messe in un estrattore di succhi assieme a frutta e verdura.
In fondo le cicale fanno parte dello stesso Phylum di aragoste e gamberetti.
Grilli speziati e zuppa di cavallette sono piatti sempre meno esotici ma sempre più tipici di chi ha deciso di rinunciare al consumo di prodotti di derivazione animale da allevamento intensivo.
Gli insetti potrebbero rappresentare una scelta valida sia dal punto di vista nutrizionale sia dell’impatto ambientale. Essi infatti sono una fonte di cibo altamente nutriente perché forniscono proteine di alta qualità paragonabili a quelle fornite dalla carne e dal pesce.
Secondo la FAO, dal punto di vista ambientale, gli insetti presentano un’alta efficienza di conversione nutrizionale, in media possono convertire 2 Kg di cibo in 1 Kg di massa, laddove un bovino necessita di 8 Kg di cibo per produrre l’aumento di 1 Kg di peso corporeo.