Argomenti trattati
La dieta d’inverno si propone di conciliare pietanze ed esigenze tipiche della stagione fredda.
Nel periodo invernale, infatti, l’organismo tende a bruciare calorie più rapidamente al fine di mantenere costante la temperatura corporea. L’azione incessante dell’organismo comporta una maggiore necessità di carburante espressa fisicamente attraverso l’aumento dell’appetito. Tale esigenza andrebbe favorita ripiegando, però, su alimenti a basso contenuto di zuccheri e grassi: rinunciando, quindi, a tutte quelle sostanze che risultano nocive per il corpo e riducendo l’accumulo di colesterolo e tossine.
I cibi da evitare per seguire correttamente la dieta d’inverno sono soprattutto quelli di origine industriale, ricchi di conservanti e molto lavorati. Sono da preferire, pertanto, produzioni biologiche e a chilometro zero specialmente quando si acquistano frutta e verdura.
Anche l’uso del congelatore dovrebbe essere ridotto allo stretto indispensabile.
È fondamentale, poi, limitare l’assunzione di alcol e dedicarsi all’esercizio fisico che comporta benefici a livello dellacircolazione sanguigna e a livello metabolico.
Inoltre, si consiglia di evitare drastiche diete dimagranti poiché un regime alimentare ipocalorico produrrebbe un abbassamento delle difese immunitarie causato dall’impossibilità dell’organismo di raggiungere la giusta temperatura corporea.
I protagonisti principali della dieta d’inverno possono essere suddivisi in tre macro-gruppi:
Stufati, minestroni o vellutate di sole verdure appartengono alla prima categoria alimentare e sono un must della dieta d’inverno.
Vengono destinati preferibilmente alla cena per potersi godere un pasto caldo e completo. Questi possono essere accompagnati da legumi come ceci, lenticchia, piselli e fagioli. I legumi sono fondamentali in quanto combattono eventuali carenze di ferro che possono amplificare la sensazione di freddo provata. Una funzione analoga viene svolta anche da cardi e carciofi.
Il secondo gruppo di alimenti comprende verdure e ortaggi di stagione: zucca e cavolo, ad esempio, sono ottimi da inserire nel menù della dieta d’inverno poiché contengono cospicui livelli di e vitamina A, C, E e K, calcio, fosforo e fibre.
Altre verdure e ortaggi consigliati sono i finocchi, inibitori della fame dalle spiccate proprietà dietetiche e a bassissimo contenuto calorico nonché potenti digestivi, il topinambur, le rape, gli spinaci, il radicchio, la verza e le patate.
La categoria della frutta secca, invece, comprende mandorle, nocciole, noci e arachidi: fonti natura di vitamina E e zinco e particolarmente indicate per rafforzare le difese immunitarie. Inoltre, grazie all’alto contenuto di proteine vegetali e grassi polinsaturi che contengono, aiutano a preservare la pelle dal freddo.
Tra i cibi che contrastano il clima invernale e da inserire nel proprio menù, possono essere considerate anche altre categorie alimentari come i già citati legumi; cereali, che incidono sul metabolismo muscolare incrementando la sopportazione del freddo; proteine come uova, pesce e carne; frutta fresca, con particolare attenzione verso la vitaminaC contenuta da arance e agrumi in generale; farina di mais, destina a realizzare l’antica polenta tipica delle regioni dell’Italia settentrionale; prodotti caseari come parmigiano, yogurt e latticini che aiutano a rafforzare le difese immunitarie; spezie; miele; cioccolato fondente.
Un esempio di menù tipo da seguire durante la dieta d’inverno può essere il seguente.
Colazione: tre fette biscottate integrali con marmellata di frutta, latte scremato, succo d’arancia o latte scremato con cereali.
Spuntino: yogurt o barretta ai cereali o frutta fresca o frullato di frutta senza zucchero o 20 g di frutta secca.
Pranzo: 70 g di pasta o riso con legumi o verdure o, in alternativa, 200 g di minestrone o vellutata di verdure.
Spuntino: yogurt o barretta ai cereali o frutta fresca o frullato di frutta senza zucchero o 20 g di frutta secca.
Cena: 150 g di carne o pesce con verdure.
Tuttavia, prima di iniziare qualsiasi tipo di dieta, è sempre opportuni rivolgersi a un nutrizionista o a un medico specialista.