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In questa stagione si è messa in tasca la quarta Coppa del Mondo nella discesa libera, con 189 punti di vantaggio rispetto all’inseguitrice Ilka Stuhec.
I tanti infortuni e le continue riprese hanno fatto si che la carriera di Sofia Goggia fosse un po’ come un montagna russa. Per riuscire a tenere il passo tra preparazione atletica ed impegni stagionali, modulare la dieta è fondamentale, cosa che nel corso della carriera Sofia ha imparato molto bene.
Fin da giovanissima Sofia Goggia ha seguito una dieta in linea con la vita da sportivo, sebbene non fosse inizialmente particolarmente restrittiva.
Uno degli alimenti che la Goggia non mangia sono i latticini, per il resto questa è la sua giornata tipo: “La mia colazione prevede il tè, con fette biscottate e marmellata e un po’ di frutta. Poi per il pranzo e la cena cerco di integrare carboidrati e proteine, in modo da avere una digestione più lunga che fa venir meno il senso di fame. Quindi poca pasta, una bistecca e insalata”.
Nel 2019, durante il recupero da uno dei suoi infortuni più gravi, Sofia doveva seguire una dieta ferrea senza zuccheri, l’unico strappo alla regola che si concedeva era un bicchiere di vino rosso ogni tanto: “Fa bene al corpo e allo spirito”. Da qualche anno invece Sofia si è affidata alla nutrizionista ed esperta in miglioramento delle performance psicofisiche Luisa Finotti: “Il nostro è un confronto quotidiano e mi occupo del miglioramento delle sue prestazioni psicofisiche con il progetto BioTekna Performance, condiviso con l’ingegner Dario Boschiero, il fondatore”.
Il progetto BioTekna Performance è un sistema multidisciplinare volto al miglioramento delle prestazioni psico-fisiche; grazie ai più nuovi sistemi di monitoraggio si possono compiere azioni mirate per modificare lo stile di vita dello sportivo con azioni di biofeedback respiratorio, interventi nutrizionali e fisico-motori.
Dopodiché grazie alla misurazione di una serie di parametri costituzionali, vengono definite le composizioni percentuali di ossa, muscoli e grasso, studiando pii anche la parte di sistema nervoso autonomo.
Fatto questo si dota l’atleta di sensori e si compiono attività concordate utili al raccoglimento di informazioni che diranno quanto l’atleta è ancora adattabile a un tipo di allenamento e cosa va migliorato per eccellere.
Parte integrante di questo progetto è il concetto di circadianità (dal latino “intorno al giorno”). Esso si basa sui ritmi di sonno e veglia, ogni essere vivente ha un proprio orologio biologico che rende lo rende più o meno propenso a determinate attività in certi orari.
Così la spiega in breve la dottoressa Finotti: “Agendo con la luce, il Master Clock mette in equilibrio il metabolismo e il sistema ormonale. Significa che, per la quantità di luce, . La nutrizione si innesta in questo contesto, per esempio con un pasto come la colazione fatto in maniera abbondante, perché compreso nella parte della giornata in cui l’organismo ha bisogno di maggiore energia. Lo sciatore, lavorando soprattutto la mattina, svolge un’attività che rispetta in pieno questi ritmi”.
Il piatto più amato da Sofia Goggia è la ratatuia, piatto provenzale a base di verdure.