La dieta di Stefano Pioli: come l’allenatore del Milan tiene in forma i suoi giocatori

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Nel calcio moderno riuscire a far si che tutto il gruppo segua l’allenatore in ogni sua scelta fa l’enorme differenza tra raggiungere grandi successi, e faticare tra altri e bassi.

Ad oggi la dieta è l’incubo di moltissimi calciatori, rincorsi con la bilancia da preparatori atletici e allenatori. Uno dei segreti del successo di Stefano Pioli al Milan è proprio questo: essere riuscito a far seguire volentieri, e tutti insieme, la dieta al suo gruppo calciatori, fatto in gran parte da giovani. Il tecnico ci ha messo le idee e la personalità per convincere i giocatori, il nutrizionista Francesco Avaldi la scienza.

La dieta Pioli: cosa mangiano i calciatori del Milan

In un video diffuso su Facebook il nutrizionista dello staff di Stefano Pioli, Francesco Avaldi, ha spiegato quali sono i segreti dei Rossoneri a tavola. Da anni all’interno delle dinamiche di Milanello, il dottore ha visto passare tanti campioni, e dietro i successi in campo del Diavolo, un po’ di merito è anche suo.

Partiamo con le percentuali di cibo introdotte: carboidrati 60-65%, proteine 10-15%, il resto grassi.

Non è vero dunque che gli sportivi non devono mangiare grassi o non possono mai sgarrare, anche i grassi servono al corpo, solo nella giusta quantità.

Una delle novità più importanti introdotte da Pioli da quando è al Milan è la colazione obbligatoria a Milanello: questa è notoriamente il pasto più importante della giornata venendo da 10-12 ore di digiuno, ed il farla tutti insieme in maniera controllata è un grande aiuto per lo staff.

La colazione ideale deve essere ricca di carboidrati, senza però dimenticare le proteine. Il pranzo, da consumare sempre a Milanello, è strutturato per reintrodurre le energie spese durante il primo allenamento. Per quanto riguarda la cena si danno invece delle indicazioni sul cosa mangiare a seconda dell’atleta preso in considerazione. Ad inizio stagione ogni atleta si prepara un diario alimentare, e di conseguenza poi si struttura un piano per l’annata.

Altro fattore fondamentale secondo il dottor Avaldi: si mangia anche con gli occhi. Il colore del piatto e la sua esposizione sono importanti, così come il variare il più possibile la dieta. Cosa si mangia è importante anche per la gestione degli infortuni: quando c’è meno spesa energetica bisogna diminuire l’apporto calorico, favorendo invece l’introduzione di verdure a foglia verde e carni bianche, utilissime in caso di lesione muscolare.

Come mangiare durante le partite ad orari particolari

Alimentarsi giocando ad ogni orario è complicato per uno sportivo: un pasto completo va consumato almeno 3 ore prima della partita. Vuol dire che l’atleta deve abituarsi a mangiare pasta o riso alle 9.00 del mattino. Bisogna quindi anche fare delle prove, magari qualche giorno prima della partita si fa un brunch per abituarli. Altrettanto importante è ciò che si mangia dopo: in spogliatoio dopo le gare ci sono sempre frutta o della pasta.

Successivamente può anche essere mangiata della pizza, magari con poca mozzarella. Oltre a questo i calciatori ormai fanno uso anche di proteine in polvere.

Il nutrizionista testimonia che nella sua carriera non ha mai incontrato atleti vegetariano o vegano: chi fa attività fisica ad alto livello non può permettersi di avere deficit nutrizionali.