Emoglobina bassa: come intervenire con l’alimentazione

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L’emoglobina è una proteina che si trova all’interno dei globuli rossi e ha il compito di trasportare l’ossigeno nel nostro corpo.

Avere l’emoglobina bassa, quindi, può avere delle ripercussioni gravi sulla nostra salute. Scopriamone di più.

Emoglobina bassa: quando bisogna preoccuparsi?

Per capire se si ha l’emoglobina bassa, basta semplicemente fare un prelievo del sangue. Nella donna il valore normale di emoglobina si aggira attorno a 12 g/dl, mentre nell’uomo deve essere attorno a 13 g/dl. Se si registrano valori più bassi di questi parametri, si parla di anemia lieve, mentre se i parametri sono compresi tra 8 e 11 g/dl si tratta di un’anemia moderata.

Se invece si registrano dei parametri inferiori a 8, si è in presenza di anemia grave, per cui sarà necessaria una trasfusione di sangue.

Emoglobina bassa: quali sono le cause?

Le cause responsabili dell’emoglobina bassa possono essere molteplici. Nella donna, ad esempio, i valori bassi possono dipendere dalla gravidanza o dalla perdita di sangue dovuta al flusso mestruale.

Più in generale, l’emoglobina bassa può essere dovuta ad una donazione di sangue: spesso tra una donazione e l’altra può capitare che il donatore non riesca a recuperare la quota di ferro persa.

Ancora, tra le cause dell’emoglobina bassa vi possono essere la celiachia non trattata o non ancora diagnosticata, o delle perdite di sangue a livello gastrointestinale e a infiammazioni croniche intestinali o ulcere gastriche.

L’emoglobina bassa può essere causata anche da malattie genetiche come la talassemia, una malattia ereditaria che non permette la creazione di una proteina perfetta. Infine, la carenza della proteina nel sangue può essere dovuta alla carenza di vitamina B12, acido folico e vitamina A, o a causa di patologie come l’insufficienza renale cronica, le patologie a carico del midollo osseo, l’HIV e la malaria.

Emoglobina bassa: cosa mangiare?

Se si registrano valori di emoglobina bassi, la cosa migliore da fare è indagare le cause in maniera approfondita con esami medici specifici per accertarsi di non essere affetti da patologie gravi.

Qualora non vi fosse questo rischio, è possibile intervenire anche curando l’alimentazione. Dato che nella maggior parte dei casi, l’anemia dipende dalla mancanza di ferro, bisognerebbe mangiare cibi ricchi di questo minerale, come frattaglie, vongole, ostriche, carni, cavolo riccio, radicchio verde, crescione e soia.

Insieme a questi cibi va assunta anche la vitamina C, che migliora l’assorbimento del ferro nell’organismo, mentre vanno evitati tè, caffè, legumi e cereali integrali, che invece limitano l’assorbimento di ferro nell’organismo.