L’ernia addominale consiste nella fuoriuscita di un viscere o di una sua porzione attraverso un’area della parete addominale.
Le ernie addominali sono un problema molto frequente e interessano circa il 5% della popolazione. Ecco come riconoscerla.
L’ernia addominale, in generale, consiste nella fuoriuscita di una piccola parte di intestino o tessuto adiposo da un particolare punto di passaggio nella parete muscolare dell’addome. Secondo i dati, questa particolare classe di ernia colpisce una percentuale della popolazione mondiale stimata fra 5 e 6% e i ricoveri annuali in Italia sono circa 76.000.
Numeri che fanno dell’ernia addominale o ventrale il tipo di erniazione più comune.
Il più delle volte si tratta di un segmento di intestino tenue, accompagnato dalla sottile membrana del peritoneo, ma può anche essere tessuto adiposo. Le ernie addominali costituiscono in realtà un gruppo all’interno del quale si distingue ciascuna tipologia in base alla precisa area in cui si forma:
Ernia epigastrica, connessa alla parte superiore dei muscoli retti;
Ernia lombare, formatasi nella zona posteriore dell’addome;
Ernia ombelicale, particolarmente diffusa nei pazienti obesi e nei neonati;
Ernia inguinale, che si presenta soprattutto negli uomini.
Implica la protrusione del viscere nel canale inguinale;
Ernia femorale o crurale, in cui il tessuto fuoriesce attraverso l’anello crurale, presente nel pube.
Ma quali sono i sintomi più comuni da non sottovalutare in caso di ernia addominale? Quando l’ernia addominale è ancora interna, i sintomi possono includere: sensazione di pesantezza o tensione all’addome, accompagnata talvolta da fitte momentanee in concomitanza di specifici movimenti o posizioni. Poi l’ernia addominale presenta sintomi quali:
Tumefazione, ossia una piccola area rigonfia e di consistenza molle, le cui dimensioni possono variare.
È così che si può scambiare l’ernia per gonfiore addominale, in quanto la tumefazione rende asimmetrica la parete dell’addome.
Dolore o sensazione di fastidio, la cui intensità dipende dalla fase che caratterizza l’ernia o da altri fattori, come l’affaticamento dovuto a esercizio fisico o passeggiate prolungate, la posizione eretta continuativa e alcuni tipi di sforzo. Possono anche causare un aumento del volume dell’ernia: starnuti, tosse, l’atto della defecazione.
Con ernia addominale si intendono delle fuoriuscite viscerali che si associano in genere alla diastasi dei muscoli retti, che crea un varco di debolezza della parete addominale. Come anticipato, l’ernia addominale, oltre a essere un problema prettamente estetico, può portare a una vera e propria sintomatologia, come:
dolore e fastidio all’addome;
dolore lombare;
appesantimento;
qualche volta minzione dolorosa o fastidiosa.
Le ernie addominali possono essere trattate chirurgicamente per ridurre il rischio di complicazioni pericolose come l’ernia strozzata e l’ernia incarcerata.
Il trattamento chirurgico può essere eseguito con due procedure: chirurgia tradizionale o tecniche mininvasive o laparoscopiche.
La chirurgia tradizionale consente di ricollocare il viscere nella sua sede naturale dell’addome e, generalmente, si posiziona una rete di materiale sintetico il cui scopo è quello di rinforzare la parete in cui si era verificato il cedimento dei tessuti.
La seconda soluzione prevede l’utilizzo della chirurgia laparoscopica, un trattamento mini-invasivo, per accedere alla cavità peritoneale e quindi per visualizzare “dall’interno” la zona di cedimento fasciale.
Utilizzando 3 o 4 piccole incisioni chirurgiche addominali è possibile introdurre nella cavità addominale la telecamera e gli strumenti chirurgici per riparare il difetto con il posizionamento di una rete di materiale sintetico.