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La frequenza cardiaca rappresenta il numero di pulsazioni che il cuore esegue in un determinato lasso di tempo.
Questo battito viene identificato come una vera e propria vibrazione del cuore oppure monitorandone i suoi cambiamenti attraverso le alterazioni sanguigne. La misurazione delle contrazioni avviene tenendo conto di un arco temporale specifico e per questo si parla di battiti o pulsazioni al minuto. La misurazione della frequenza cardiaca è considerato il maggior valore di vitale importanza poiché la sua funzione è strettamente collegata alla funzionalità vitale del cuore. Un aumento o una diminuzione dei battiti cardiaci può essere una risposta fisiologica dell’organismo per regolare la pressione sanguigna in reazione a determinati stimoli.
Invece, se dovessero esserci delle importanti sollecitazioni che modificano le pulsazioni bisognerebbe trattarle come sintomi di una patologia.
Crescendo ogni organismo umano ha una fisiologica diminuzione della frequenza cardiaca sia a riposo che sotto sforzo. Questo succede perché il sangue viene pompato dal cuore al resto del corpo a una potenza minore quando questo si sviluppa e diventa adulto a differenza di quando si è più piccoli.
Tenere sotto controllo la frequenza cardiaca a riposo è un accertamento importatissimo per capire lo stato di salute delle persone. In genere in un organismo inattivo il cuore di una persona adulta pulsa tra le 60 e le 90 volte al minuto. Se si scende sotto questa soglia e fino alle 50 pulsazioni si può parlare di bradicardia che però non richiede particolari attenzioni. Se invece il battito cardiaco è più lento di 50 bpm ci potrebbero essere dei problemi e bisognerebbe tenere controllato questo fastidio.
Sono numerosi i casi di sportivi con battiti inferiori a riposo ma per questa categoria di persone non costituisce un rischio in quanto è causato dal maggiore allenamento a cui è sottoposto il cuore. Quando i battiti superano i 90 bpm e fino ai 100 si può parlare ancora di un valore tutto sommato normale ma è quando supera questo numero che si possono verificare problemi legati all’ipotiroidismo o all’anemia, soprattutto se ciò accade durante il sonno.
Inoltre oltre i 100 battiti al minuto del cuore si va incontro alla tachicardia che potrebbe causare numerosi problemi.
Secondo numerosi studi in merito è stato stabilito che una frequenza cardiaca a riposo più alta è una tra le prime cause di morte per problemi cardiaci in tutta la popolazione mondiale anche in assenza di altre malattie croniche. Avere quindi una frequenza cardiaca alta a riposo porta ad una minore aspettativa di vita per la popolazione e soprattutto per chi soffre di malattie all’apparato cardio circolatorio rappresenta un fattore di rischio molto elevato.
Un uomo che ha una frequenza cardiaca a riposo superiore ai 90 bpm sviluppa la possibilità di morire per problemi legati al cuore fino a cinque volte superiore a un organismo sano. Questo per le donne è ancor più accentuato poiché il cuore femminile è per anatomia diverso a quello maschile seppur avendo le stesse caratteristiche.
Per poter aiutare l’organismo a tenere sotto controllo la frequenza cardiaca a riposo, oltre all’utilizzo di medicinali prescritti dai medici competenti, ci sono dei piccoli accorgimenti che tutti possono adottare quotidianamente.
Infatti, è clinicamente dimostrato che svolgere un’attività fisica intensa e continuativa favorisca la diminuzione dei battiti cardiaci sia nel momento dell’allenamento che a riposo. Questo perché un cuore allenato è più elastico e resiste maggiormente agli sforzi fisici che quotidianamente si compiono. Cambiare quindi le proprie abitudini di allenamento e di attività fisica possono portare a un incremento del benessere generale dell’organismo. Inoltre anche la dieta ha un importanza vitale per abbassare i livelli di battiti del cuore.
Infatti numerosi studi dimostrano come seguire una dieta sana e ben equilibrata aiutino il cuore a rimanere in salute. Per chi vive una vita sedentaria e sregolata dal punto di vista alimentare sarà quindi più probabile incappare in problematiche cardiache.