Giornata mondiale contro la polmonite: oggi si muore ancora

Condividi

Si torna a parlare di polmonite: il 12 novembre è la giornata mondiale per la cura di questa malattia infettiva.

Si tratta di un morbo che causa tantissimi morti, oltre 11.000 all’anno. Ben di più rispetto a quelli causati dagli incidenti stradali o da altri tipi di malattie.

Polmonite

Di polmonite si muore, ancora. Da molti anni è presente una campagna di vaccinazione, ma sembra che ben poche persone lo tengano a mente. La giornata mondiale vuole, quindi, sensibilizzare l’opinione pubblica al problema di questo morbo, così pericoloso per bambini, anziani e malati cronici.

E’ caratterizzata da infiammazione degli alveoli polmonari: essi si riempiono di liquido, rendendo di fatto ben più difficile la respirazione. In genere è dovuta ad un’infezione, che può essere batterica, virale o fungina. In altri casi, ma molto meno frequenti, può essere un effetto collaterale da somministrazione di alcuni farmaci, oppure da problematiche legate a malattie autoimmuni. Ricordiamo che il tipo virale non si può contrastare con antibiotici, mentre quella batterica sì.

Ogni anno, questa malattia colpisce oltre il 7% della popolazione mondiale, causando molte problematiche e, in alcuni casi, anche la morte.

La polmonite batterica è causata, appunto, da batteri. In questi casi, si somministrano degli antibiotici. Purtroppo, però, alcuni di questi batteri stanno diventando sempre di più farmaco resistenti, rendendo di fatto più difficile il debellarli. Un terzo delle polmoniti è, invece, di origine virale. Ne fanno parte i rhinovirus (quelli comuni del raffreddore), gli adenovirus, i virus respiratori sinciziali e altri.

Generalmente non è richiesto uso di farmaci, se non quelli analgesici, ma la polmonite virale può aprire le porte all’infezione di batteri, da curare con antibiotici. Vi sono, poi, le polmoniti di funghi, da parassiti e quelle non infettive.

Polmonite sintomi

La polmonite può causare una serie di sintomi molto forti, tra cui una febbre alta, ma anche molta tosse, spesso stizzosa e con catarro (espettorato). Si possono avere brividi intensi, difficoltà a respirare, inappetenza e stanchezza anche molto marcata.

Vi possono essere casi di nausea, diarrea, dolore toracico. Non è certo che la polmonite crei tosse o febbre: esistono, infatti, alcuni casi di tale malattia senza questi sintomi che, però, sono presenti nella stragrande maggioranza dei casi.

E’ possibile che i sintomi si manifestino subito, oppure più avanti nel tempo. A volte, anche un banale raffreddore si può complicare: un’infezione virale, infatti, potrebbe provocare febbre ed un peggioramento che apre la strada a batteri.

In questo caso si parla di infezione batterica secondaria. Generalmente, di fronte a casi di polmonite si richiede un consulto medico. E’ necessario, infatti, oltre ad avere la diagnosi di polmonite, cercare di capire se si è di fronte ad un caso virale, batterico, da virus o altro: soltanto il medico ce lo può dire con certezza, magari facendoci fare alcuni esami di routine. Se viene trovata presenza di batteri, verranno prescritti antibiotici.

Polmonite contagiosa

La polmonite è una malattia contagiosa. Il contagio può avvenire parlando con gli ammalati o per inalazione diretta di goccioline di secreti bronchiali, disseminati nell’aria con tosse o starnuti. Poiché, soprattutto in ambito virale, vi sono molti ceppi, ci si può ammarale anche più volte. Il periodo di incubazione in genere riguarda due settimane. Come in tutti i casi riguardanti le malattie respiratorie, esistono dei metodi per evitare il contagio.

In ambito virale, può funzionare la vaccinazione. Oppure, si può cercare di regolarsi secondo le normali regole igieniche. Queste stanno nel non sostare in ambienti affollati, nell’evitare il contatto diretto con gli ammalati e nel lavarsi spesso le mani. Esistono, poi, dei casi di polmonite non infettiva, cioè non contagiosa. Ve ne sono alcune, ad esempio, che sono a causa allergica, oppure sconosciuta. In questi casi, non si tratta di virus o batteri, ma di allergeni che non sono certamente contagiosi.

La persona, quindi, sviluppa la malattia ma non ha la possibilità di trasmetterla ad altri.

In molti casi, specialmente quelli virali, la malattia ha una risoluzione spontanea in pochi giorni, anche se i postumi possono essere presenti per più giorni. In altri casi, quelli più gravi, vi possono essere complicanze. Ciò derivano da fattori di rischio come il fumo di sigaretta, l’uso smodato di alcolici, la presenza di sistema immunitario compromesso a causa di malattie croniche.

Si possono, in tali casi, avere problematiche di versamento pleurico, empiema, ascesso, sepsi. Per fortuna, non si tratta di casi molto frequenti: la maggior parte delle polmoniti viene debellata da sola, dopo che il virus ha agito, oppure grazie ad antibiotici o antifungini, in caso di batteri o funghi. Le polmoniti, sia batteriche che virali, sono presenti durante tutto l’anno, ma la stagione invernale ne aumenta la probabilità di casi.