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La glicemia è quel valore che indica i livelli di glucosio (zucchero) nel sangue che, a digiuno, sono al minimo, mentre aumentano dopo i pasti per un paio di ore circa.
Queste variazioni sono assolutamente normali entro certi limiti e sono legate all’entrata in circolo del glucosio derivante dagli alimenti e assorbiti a livello intestinale.
Tuttavia, nelle persone ad aumentato rischio di diabete, prima ancora che la malattia si manifesti, la glicemia aumenta in modo eccessivo dopo i pasti. Questo fenomeno è da tenere sotto controllo, un elevato livello di glucosio nel sangue può infatti provocare nel tempo danni importanti al sistema cardio vascolare, alle piccole arterie di retina, reni e ai nervi.
La glicemia troppo alta dopo i pasti, o iperglicemia postprandiale, inizia prima del diabete di tipo 2, quando il paziente si trova ancora in uno stato pre-diabetico, definito di alterata tolleranza al glucosio.
Ciò che fa più male e danneggia gli equilibrati livelli di glucosio nel sangue è sicuramente uno stile di vita sedentario e una condizione di sovrappeso, tuttavia é stata trovata una possibile spiegazione scientifica a questo fenomeno:
è stato infatti scoperto, grazie ad una ricerca recente svoltasi in Italia, che alcune persone assorbono più rapidamente e in maggior quantità di altre gli zuccheri della dieta a causa dell’esuberanza dell’SGLT1, un trasportatore specializzato nell’assorbimento del glucosio a livello del duodeno, dove avviene la maggior parte dell’assorbimento degli zuccheri.
Vi sono numerose altre cause di variazione dei livelli glicemici a livello transitorio, da considerare al momento della misurazione:
La correzione dell’eccessivo assorbimento intestinale del glucosio potrà rappresentare una possibile strategia terapeutica utile non solo per trattare l’iperglicemia post-prandiale, ma anche per prevenire lo sviluppo del diabete nei soggetti a rischio. Sono pertanto in fase di sviluppo dei farmaci che avranno questa azione inibitoria.
In attesa di farmaci adeguati è sicuramente indicato, per contrastare il valore della glicemia alta, consumare un numero di pasti da cinque a sette durante la giornata riducendo le calorie di ogni pietanza e distrubuendole in modo bilanciato.
Una dieta più ricca di fibre aiuterà a limitare l’assorbimento intestinale degli zuccheri, inoltre l’introduzione di alimenti antiossidanti, ricchi di omega 3 (tonno, aringa, sgombro) e acido alfa linoleico (soia, semi di lino, uva) può dare un valido contributo ad ottimizzare le funzioni metaboliche.
È bene dare anche spazio alle vitamine e grassi riducendo i carboidrati e, per quanto possibile, pianificare per ciascun pasto una giusta composizione di amidi, frutta e verdure, proteine e grassi.
Programmare pertanto i pasti senza intervalli troppo lunghi tra uno e l’altro con un apporto calorico bilanciato ed evitando zuccheri, carboidrati e alcoolici.
L’attività fisica è una componente importante nella gestione delle variazioni glicemiche. Durante l’esercizio fisico, i muscoli consumano glucosio come fonte energetica, quindi un attività fisica regolare aiuta l’organismo ad adoperare l’insulina con più efficienza.
Questi fattori concorrono ad abbassare il livello glicemico nel paziente diabetico e a prevenirne l’innalzamento eccessivo in quello sano e più si conoscono i fattori, patologici o transitori, che influiscono sul glucosio, più si potrà prevedere e prevenire la glicemia troppo alta dopo i pasti.