Grana Padano, l’ingrediente “segreto” di Alex Zanardi

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Alex Zanardi non è solo un campione automobilistico di fama mondiale, ma anche di paraciclismo. La sua stagione 2019 paraciclistica è stata infatti particolarmente importante in previsione delle qualificazioni per i Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Gli ingredienti per il successo di Alex Zanardi sono il sorriso, la determinazione e una corretta alimentazione, nella quale non può mancare il Grana Padano DOP.

Alex Zanardi è un personaggio conosciuto in tutto il mondo che il Consorzio Tutela Grana Padano è felice di celebrare. Egli infatti, non è stato solamente un atleta e un campione di fama mondiale, ma anche un uomo la cui statura morale è emersa chiaramente in differenti circostanze: coraggioso tenace e sempre sorridente, ha saputo unire la passione per lo sport ad un’invincibile positività.

Mantenersi in forma è una priorità per Alex Zanardi, come dovrebbe esserlo per tutti coloro che praticano un’attività sportiva sia a livello atletico che amatoriale: proprio per questo l’ex pilota di Formula 1 presta particolare attenzione all’alimentazione come viatico fondamentale verso una vita sana ed una resa ottimale del proprio fisico.

Perché Zanardi sceglie Grana Padano

Il Consorzio Tutela Grana Padano collabora attivamente con questo atleta che ha saputo reinventarsi e continuare a praticare la propria passione per lo sport in generale: dopo essersi ripreso dall’incidente ed essere ritornato con successo alle corse automobilistiche, Alex ha scoperto anche il paraciclismo, uno sport ancora più esigente in termini disciplina e allenamento.

Proprio per questo Alex Zanardi, da sportivo professionista che è, consuma regolarmente Grana Padano grazie alle proprietà nutrizionali e all’apporto proteico che garantisce.

Si tratta infatti di un prodotto ricco di proteine: tra queste, gli oligopeptidi bioattivi sono particolarmente utili al sistema cardiocircolatorio che, durante le performance sportive, viene messo a dura prova.

D: “Alex, che regime alimentare segui durante l’allenamento e la preparazione alla gara?”

R: Gli allenamenti variano in relazione agli obiettivi e, insieme a loro, anche il tipo di alimentazione che seguo. Nelle gare che svolgo è richiesto un tipo di preparazione che mi porta ad uscire raramente a stomaco vuoto. Consumo quindi pasti completi, non solo con zuccheri come pasta a riso (brutta abitudine di tanti sportivi improvvisati..), ma anche fibre e proteine. Prediligo i cibi poco elaborati, digeribili e assunti almeno un paio di ore prima dell’uscita.

D: “Oltre alla fase di allenamento, segui un regime alimentare particolare post gara per reintegrare le tue energie?”

R: Durante il lavoro, se serve, integro con prodotti energetici a base di maltodestrine destrosio e fruttosio, nonché una bevanda isotonica per idratare e compensare la perdita di sali legata alla sudorazione. Dopo il lavoro, soprattutto se ho fatto esercizi per favorire la massa muscolare, occorre integrare con cibi proteici di buona qualità e digeribilità, nonché capaci di ricostruire le scorte di minerali essenziali. Anche da questo punto di vista il Grana Padano si integra perfettamente nella dieta di un atleta.

D: “Quanto è importante l’approccio mentale e psicologico durante la preparazione di una gara per ottenere dei risultati?”

R: L’approccio mentale o la preparazione psicologica ad un grande evento per un atleta è direttamente proporzionale alla sua insicurezza. Siamo esseri umani, abbiamo dubbi e paure che possono penalizzarci tantissimo quando avvertiamo il peso della posta in gioco e desideriamo ottenere un buon risultato.

In fondo però, essere passato più volte dallo stesso percorso mi ha portato a comprendere che il giorno della gara puoi inventare poco, che il tuo valore sarà solo pari a quello della preparazione che hai svolto.

Quindi mi preparo al meglio, curandomi di ogni aspetto che può incidere positivamente sulla mia capacità di crescere come atleta, alimentazione davanti a molto altro e alla fine, con buona filosofia, affronto la gara al meglio delle mie capacità ma anche conscio che, non correndo da solo, posso essere battuto e non c’è nulla di disonorevole nell’arrivare dietro un avversario che quel giorno si è mostrato più forte.. succede.

Sulla base di questo “credo” oggi vivo ogni vigilia con la giusta trepidazione ma senza ansie esagerate che mi tolgono il sonno…

D: “Dall’automobilismo ti sei approcciato a molti sport con ottimi risultati: come e quanto la tecnologia ti ha aiutato nelle tue performance?”

R: Indubitabilmente, il mio passato di pilota automobilistico mi ha consentito di utilizzare conoscenze in questa nuova esperienza sportiva che hanno fatto la differenza. Ancor più oggi visto che, alla mia età, non posso permettermi di sfidare i miei giovani avversari soltanto sul terreno della forza e della resistenza. Penso di aver anche innovato il mondo del ciclismo paralimpico dove i miei avversari non si erano ancora domandati quali e quanti potessero essere i margini di miglioramento.

Il lavoro in galleria del vento, la ricerca di nuovi materiali per contenere il peso ma anche lo studio dell’ergonomia di spinta fatto assieme al mio allenatore.

Certo, io ho possibilità uniche ma credo, anzi, sono certo, che il mio merito più grande sia di essere un uomo curioso, che sa farsi delle domande. E questo conta molto, perché la tecnologia oggi concede risposte un tempo introvabili, ma sono solo gli uomini che sanno fare le domande, cosa fondamentale per capire dove andare nella vita…

D: “Secondo te, a che livello è attualmente lo sport paralimpico in Italia?

R: Il CIP ha fatto molto negli anni e il passaggio di atleti simbolici che godono di grande visibilità, come Bebe Vio o il sottoscritto, ha agito da moltiplicatore di questo lavoro. Oggi chi guarda le gare paralimpiche riconosce facilmente i connotati della competitività delle sfide ancor più che la semplice caratteristica “partecipativa” che imprigionava il nostro sport in un ghetto tutto suo. Penso che i tanti atleti di qualità che si cimentano oggi nelle competizioni paralimpiche godano di un riconoscimento popolare dei loro valenti sforzi nettamente migliore che il passato. C’è ancora molto da fare, compreso evitare di passare dalla parte opposta fino ad essere inquadrati come “Santini”. In fondo, un disabile è una persona e quando fa cose eccezionali va giustamente elogiato, ma non dobbiamo nemmeno finire per credere che chi è seduto su una sedia a rotelle sia in automatico un esempio per gli altri…

D: “Su quali progetti, sportivi e non, sei attualmente impegnato o ti vedremo impegnato nel 2020?

R: Beh, ovviamente i Giochi Paralimpici di Tokyo stanno davanti a tutto nella mia agenda.

Ci sarà dell’altro, non c’è dubbio; il mondiale in Olanda, l’Ironman di Cervia a fine Settembre e forse qualcosa con le auto, BMW ovviamente, ancora da definire ma molto interessante e…roboante!

Vedremo, in fondo, sono ancora un ragazzino, strada da fare ce n’è ancora tanta!