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Quanti tipi di herpes esistono e come possiamo curarli? L’herpes è una malattia che si può curare, sia con rimedi naturali che con farmaci.
Anche il fuoco di Sant’Antonio è un tipo di herpes, che è stretto parente della varicella.
Cos’è l’herpes? Si tratta di un’infezione molto comune, causata da un virus si chiama Herpes Simplex. E’ noto anche come HSV e si divide in due sottocategorie. HSV 1 e HSV 2.
Entrambi possono causare vesciche e piccole ulcere sulla bocca, ma anche in faccia o sulle parti intime.
Una volta che una persona viene infettata dall’Herpes, ne rimane affetta per tutta la vita. Il virus, però, spesso può rimanere nascosto e non causare sintomi per lunghi periodi di tempo, addirittura anni.
Il contagio avviene attraverso un contatto intimo con la pelle infetta. Affinché il virus si diffonda, però, non è obbligatorio entrare in contatto con vesciche o ulcere. Alcun individui possono non avere mai sintomi e non sapere, così, di essere infettati dal virus dell’Herpes.
Possono essere, però, dei portatori sani, ovvero trasmettere il virus agli altri.
I fattori di rischio dell’Herpes sono il sesso rischioso, farlo con più partner, essere in una relazione con qualcuno che ha molti partner. La possibilità di diventare infetti con l’Herpes può essere ridotta con l’uso di profilattici, se si tratta di Herpes genitale.
I principali tipi di herpes sono tre.
Troviamo il labiale, il genitale e l’herpes zoster. Il primo è chiamato di tipo uno e provoca la comparsa, appunto, di una reazione infettiva nella zona delle labbra. Questo virus si può trasmettere con il contatto con una persona infetta, ad esempio tramite contatto orale o un bacio.
A volte, è possibile avere un contagio con un contatto indiretto. Può avvenire con l’uso di soliti asciugamani o piatti, tazze e bicchieri, nonché con contaminazione di saliva o sudore.
Anche se viene chiamato con il nome di herpes labiale, si può diffondere in altre parti del viso, come ad esempio sul naso, anche se ciò è poco frequente.
I sintomi dell’herpes labiale sono il prurito intorno alle labbra, che si prolunga per un paio di giorno. Poi iniziano a formarsi delle bollicine come piccole ustioni, che bruciano e che possono sanguinare. Possono crearsi delle crosticine, con rossore, bruciore, dolore e prurito.
L’herpes genitale si ha attraverso il contatto sessuale e si trasmette anche con le mani. A livello genitale si forma una piaga che può attecchire sul pene o nella vagina. Nell’uomo, i sintomi sono intorpidimento, sensibilizzazione nella zona del pene, prurito, sensibilizzazione ai testicoli e inguine. Può riguardare non solo il pene, ma anche lo scroto e il canale urinario.
Nelle donne, i sintomi sono: prurito, intorpidimento nella zona vaginale, dell’inguine e delle cosce.
Ci può essere febbre, mal di testa, sensazione di malessere. Si possono formare vesciche esterne e interne alla vagina.
L’herpes zoster, invece, è comunemente chiamato fuoco di Sant’Antonio ed è anche il responsabile della varicella. E’ un virus differente, che non va confuso con il comune herpes labiale o genitale. Appartengono alla stessa famiglia, ma di fatto sono diversi.
Esistono dei rimedi per i tipi di herpes.
Intanto, dobbiamo dire che non esiste nessuna cura. Una volta che l’individuo si infetta, il virus rimane silente nel corpo.
Ci sono, in ogni caso, dei farmaci e delle creme antivirali, che servono per diminuire la durata e la gravità dei sintomi, nonché la frequenza di eruzioni ricorrenti. E’ meglio mantenere la zona colpita pulita e asciutta. Si possono prendere analgesici come l’ibuprofene e aspirina. Si possono fare bagni con acqua a temperatura ambiente per l’herpes genitale.
Esistono diversi rimedi naturali per l’herpes labiale. Vediamone alcuni. Strofinare uno spicchio di aglio sulla vescica può essere d’aiuto. L’aglio è, infatti, un grande antibiotico, tonificante e antivirale. Inizialmente pizzica un po’ ma, successivamente, questo effetto scompare.
Anche il latte può essere utile alla causa. Questo, infatti, è ricco di lisina, che tende a prevenire l’herpes. Basta inumidire un batuffolo di cotone e passarlo sulla zona, fino a che non scomparirà.
Anche la pianta dell’aloe vera può essere utile per asciugare e cicatrizzare la ferita. Si può acquistare il gel in erboristeria e applicarlo con del cotone. Oppure, è sufficiente tagliare una foglia e sfregare la parte interna sulla vescichetta.
Anche il sale da cucina può essere un rimedio interessante. Si deve metterlo sui polpastrelli inumiditi e appoggiare le dita sulla ferita per due minuti. Si inumidisce, poi, un batuffolo di cotone in acqua e sale e si fa pressione per qualche minuto.
Infine, anche aumentare le vitamine può essere utile. Si deve consumare più arance, avocado, kiwi e broccoli. Nei negozi specializzati si può, inoltre, trovare la vitamina E da applicare sulle labbra direttamente.
I rimedi naturali per l’herpes genitale possono essere l’echinacea, assieme ad altre piante immunostimolanti, ma anche la pappa reale e la propoli.
Esistono anche delle cure farmacologiche, a base di pomate e compresse.
Queste migliorano la sintomatologia, favoriscono il regresso della proliferazione virale e aumentano la possibilità di cicatrizzazione.
Utile è prendere integratori a base di zinco, mentre per quanto riguarda i farmaci, spesso vengono prescritti eparina in crema, aciclovir, interferone, immunostimolanti, antistaminici.In caso di herpes genitale, i rimedi naturali possono riguardare il moderare i periodi di stress psicologico. Dobbiamo, inoltre, stare attenti ad altre infezioni sistemiche o batteriche. Meglio consumare vitamine e sali minerali, che sostengono l’immunità.
Le sostanze antiossidanti sono utili alla formazione di radicali liberi e migliorano le condizioni ossidative generali. Utili sono anche gli acidi grassi omega 3 e 6. Dobbiamo consumare anche cibi proteici, ricci di lisina e impegnarsi nello sport con frequenza e intensità ragionevoli. Utile anche usare detergenti intimi a ph leggermente acido.
Il fuoco di Sant’Antonio è un tipo di Herpes, chiamato Zoster, della stessa famiglia della varicella.
Mentre, però, la varicella è tipica dei bambini, il fuoco di Sant’Antonio colpisce di più le persone adulte. Quando l’organismo viene infettato da tale virus per la prima volta, arriva la varicella.
Dopo la risoluzione di ciò, il virus rimane nell’organismo in uno stato di quiescenza, trovando riparo nelle difese immunitarie dei nervi. Nel corso della vita, l’herpes zoster può riattivarsi, non più come varicella, ma come fuoco di Sant’Antonio (chiamato anche fiamme di Satana).
I fattori di rischio sono lo stress, l’età avanzata e le difese immunitarie ridotte. Compare con macchie rosse che poi evolvono in bolle o vescicole. In genere è colpito il tronco, più raramente il viso. Si sente dolore e prurito. Il dolore a volte inizia prima dell’arrivo delle macchie.
A volte può comparire febbre o mal di testa, intolleranza alla luce e altri disturbi. In alcuni casi si può avvertire un dolore a livello cardiaco, scambiabile per problemi al cuore.
Se è coinvolto il viso, specialmente gli occhi, si parla allora di un altro tipo di malattia: l’herpes zoster oftalmico.
A volte accade che il dolore dura per diversi mesi dopo la scomparsa delle lesioni cutanee. Ciò vuol dire che si verifica la cosiddetta nevralgia post erpetica. E’ una complicanza grave e difficile da trattare.
Il trattamento sta nell’uso di farmaci analgesici e antiinfiammatori. In alcuni casi vengono somministrati dei farmaci antivirali, per diminuire i sintomi e la gravità di essi.
Esiste, inoltre, un vaccino che permette di prevenire la comparsa del Fuoco di Sant’Antonio e delle sue complicanze. E’ efficace per oltre la metà dei soggetti vaccinati.
Il fuoco di Sant’Antonio si chiama così perché Sant’Antonio è il protettore del fuoco. Il fuoco richiama il prurito e la malattia ha una sintomatologia di sensazione di bruciore ardente. Circa il 95% delle persone contrae la varicella nel corso della vita.
Successivamente, il 10-20% delle persone sono colpite dal fuoco di Sant’Antonio.
Se non si è avuto la varicella, non si può contrarre il fuoco di Sant’Antonio. Mentre chi ha avuto la varicella è sottoposto alla possibilità di riattivazione del virus.
Spesso insorge in persone con il sistema immunitario debole, come coloro che si sottopongono a radioterapia, chemioterapia. Un soggetto con Herpes Zoster può trasmettere infezione solo a coloro che non hanno mai contratto la varicella, ovvero l’infezione primaria.
Nel caso di contagio, però, queste persone non contrarranno il fuoco di Sant’Antonio, bensì la varicella. Non esiste il rischio di contagio, invece, tra individui già colpiti dalla varicella e non è dimostrato che una nuova esposizione al virus possa essere causa di riattivazione del virus varicella.
Il fuoco di Sant’Antonio scompare entro una settimana o al massimo dieci giorni dalla sua comparsa. Dalle vescicole esce un siero e si formano delle croste. Queste croste, una volta formatesi, andranno incontro ad una desquamazione spontanea in circa dieci giorni. La cute torna integra nell’arco delle successive due o quattro settimane. Spesso, però, rimangono lievi cicatrici e può verificarsi una diversa pigmentazione della pelle.