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Il fuoco di Sant’Antonio è un’infezione virale, causata dal virus Zoster, lo stesso che provoca la varicella.
Vediamo quali sono i rischi in gravidanza.
Il fuoco di sant’Antonio se contratto durante la gravidanza, non comporta particolari rischi per il nascituro o per la futura mamma. Nel caso in cui la futura mamma contraesse l’infezione nei cinque giorni che precedono il parto può succedere che il neonato alla nascita presenti la malattia, o la sviluppi nei primi mesi di vita, oppure che ne sia diventato immune, quindi non si ammalerà mai di varicella e fuoco di sant’Antonio, grazie agli anticorpi trasmessogli dalla mamma.
Il discorso è diverso se durante la propria vita la futura mamma non ha mai avuto la varicella. In questo caso se amici o familiari manifestano i sintomi del fuoco di sant’Antonio, è opportuno, che la donna in stato di gravidanza, si tenga a distanza, in quanto potrebbe contrarre la varicella; ben più pericolosa del fuoco di sant’Antonio dal momento che, a seconda del periodo di gestazione, potrebbe causare danni al feto.
Quando si contrae la varicella, il virus Zoster, dopo la guarigione, rimane latente nell’organismo infettato, nascosto tra le cellule nervose ed in casi particolari. In un periodo di forte stress, o per via di un abbassamento delle difese immunitarie, il virus Zoster può ripresentarsi sotto forma di Herpes Zoster meglio noto come Fuoco di Sant’Antonio. Può capitare a volte che l’infezione colpisca i bambini anche molto piccoli.
Il fuoco di Sant’Antonio può manifestarsi nei bambini dai 10 anni in su, che nella prima infanzia hanno avuto la varicella. A volte può succedere che venga trasmessa alla nascita, se ne è stata colpita la madre durante la gravidanza, o negli ultimi giorni che la separano dal parto. Si tratta di un’infezione localizzata, di solito colpisce il dorso, gli arti o l’addome. La zona colpita dal virus appare arrossata e pruriginosa.
Pur essendo rari si sono registrati casi di infezione nei primi mesi di vita. Il bambino avverte dolore e soprattutto bruciore nella zona interessata. I sintomi dolorosi compaiono già alcuni giorni prima dell’eruzione cutanea della malattia. Per fortuna è un’infezione fastidiosa ma benigna.
Per alleviare i sintomi è necessario tenere il bambino a riposo, somministrare farmaci antivirali opportunamente prescritti dal pediatra e, antipiretici in caso di febbre. Per calmare il dolore ed il prurito in maniera naturale si possono fare degli impacchi alternati di acqua calda ed acqua fredda ed applicare sulla zona lozioni lenitive a base di capsaicina, sostanza contenuta nel peperoncino.
Inoltre, è consigliabile far mangiare al bambino frutta e verdura per garantire un apporto di vitamine e sali minerali a sostegno del sistema immunitario.
Per eliminare il dolore causato dal fuoco di Sant’Antonio bisogna considerare l’adozione di due trattamenti.
Un trattamento, mirato a lenire il dolore provocato dall’infiammazione sottocutanea che ha attaccato i nervi ed un trattamento mirato a lenire il prurito ed il bruciore presenti in superficie nella zona colpita.
Per attenuare l’infiammazione sottocutanea è consigliabile, dietro prescrizione medica, l’uso di farmaci antivirali ed antinfiammatori. Questo trattamento consente di ridurre il rischio che il dolore rimanga cronico e perduri nel tempo.
Per attenuare i sintomi in superficie esistono diversi efficaci rimedi naturali. Ecco di seguito alcuni rimedi da tenere presente e di facile utilizzo, per un immediato sollievo:
Nella gran parte dei casi, e con l’ausilio dei rimedi suggeriti nel precedente paragrafo, il fuoco di Sant’Antonio scompare spontaneamente. Ai fini di accelerare il processo di guarigione è utile evitare situazioni di stress, evitare repentini cambi di temperatura, lavarsi spesso le mani, non esporsi al sole, evitare di farsi il bagno al mare. Inoltre è meglio indossare tessuti di cotone, più freschi ed evitare tessuti sintetici, poliestere o la lana.
Molto importante al fine della guarigione è seguire un regime alimentare ricco di frutta e verdura per aiutare, attraverso l’apporto di vitamine e sali minerali, il rinforzo delle difese immunitarie e del sistema nervoso.
Tuttavia, anche dopo la guarigione il fuoco di Sant’Antonio potrebbe originare la nevralgia post erpetica, una complicanza fastidiosa perché il soggetto sente dolore nella parte colpita dal virus anche quando la pelle non presenta più vescicole, bruciore o prurito.
Un rimedio per far si che no vi siano ricadute è il vaccino approvato nel 2006 che contrasta la riattivazione del virus nascosto nel sistema nervoso.