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Quante volte ci siamo trovati di fronte al dilemma di consumare o buttare via cibi scaduti? La tentazione di gustare un prodotto ancora conservato ma oltre la data di scadenza è comune, e spesso siamo indecisi su quale sia la decisione migliore.
Scopriamo insieme cosa fare e a cosa prestare attenzione quando ci troviamo di fronte a questa situazione.
Molte persone finiscono per gettare cibi ancora buoni solo perché hanno superato la data di scadenza indicata sull’etichetta. Tuttavia, è essenziale fare una distinzione tra i prodotti alimentari con data di scadenza e quelli con termine minimo di conservazione, come specificato dal Regolamento UE 1169/2011.
La data di scadenza, segnata con “da consumarsi entro,” è presente su alimenti deperibili come latticini, insalate, e insaccati. Dopo questa data, il cibo potrebbe rappresentare un rischio per la salute.
Il termine minimo di conservazione (TMC), indicato con “da consumarsi preferibilmente entro,” è applicato a prodotti che durano più a lungo, come pasta, riso, olio, e biscotti. Oltre questa data, il cibo è ancora commestibile, ma potrebbe perdere alcune proprietà organolettiche e nutrizionali.
Alcuni cibi, specialmente quelli a lunga conservazione e secchi, possono essere consumati dopo la data di scadenza. Tra di essi:
È importante verificare visivamente e olfattivamente l’alimento per garantire la sicurezza.
Alcuni cibi dovrebbero essere evitati dopo la data di scadenza, poiché potrebbero costituire un rischio per la salute:
Molti consumatori confondono la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione. L’iniziativa “Etichetta Consapevole” incoraggia l’uso dei sensi per valutare la freschezza del cibo, oltre a considerare la data indicata.
La scelta di consumare o buttare un alimento oltre la data di scadenza dipende dalla tipologia del prodotto. L’etichetta alimentare fornisce le informazioni necessarie, e un’attenta valutazione visiva ed olfattiva può aiutare a evitare sprechi inutili.