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Sin dall’introduzione del cambio dell’ora, ci sono stati numerosi oppositori nei confronti di questa iniziativa in quanto fermamente convinti che lo spostamento potesse nuocere alla produttività ed in generale alla salute e al benessere.
Winston Churchill uno dei promotori dell’ora legale aveva liquidato la questione in maniera davvero frettolosa affermando che qualche sbadiglio in più durante le mattinate d’aprile o qualche sonnellino in più ad ottobre non avrebbe fatto male a nessuno.
Le vere ragioni che hanno portato all’introduzione del cambio dell’ora sono in realtà economiche e legate alla possibilità di risparmiare in termini di consumo energetico. Il primo paese ad adottare il cambio dell’ora è stata la Gran Bretagna, dopo di lei altri settanta Paesi si sono adeguati portando la lancetta avanti di un’ora per riportarla alla normalità sei mesi dopo.
Ma il cambio dell’ora fa davvero male alla salute?
Secondo molti esperti il cambio dell’ora può avere effetti pregiudizievoli sulla salute di molti uomini e donne questo perché l’organismo umano organizza le proprie attività fisiologiche secondo un ordine. Ci sono dei ritmi infatti di cui non ci rendiamo nemmeno conto ma che scandiscono ogni attività dell’organismo. Questi prendono il nome di circadiani, ultradiani e infradiani, i primi hanno una durata di 24 ore, i secondi durano invece di più mentre i terzi terminano prima delle 24 ore.
Questi ritmi sono stabiliti dall’attività celebrare e precisamente è l’ipotalamo che se ne occupa stabilendo il ciclo sonno/veglia, regola le funzioni alla base della produzione ormonale o ancora della temperatura del corpo e anche i comportamenti alimentari di ognuno. Dunque, il risultato sarà che ci saranno due orari, uno biologico ed uno ambientale che una volta l’anno a causa del ambio d’orario non coincideranno apportando dei malesseri più o meno seri.
Uno dei primi effetti del disallineamento tra l’orario biologico e quello ambientale è sicuramente un riposo meno sereno ed efficacie che è causa di malessere e stanchezza diffusa. Il fatto che non ci si addormenti subito ma un’ora dopo, causa una latenza dell’addormentamento ed un riposo diverso. I soggetti che tendenzialmente sono più mattutini degli altri avranno maggiori difficoltà a riposare di giorno e si alzeranno ancora prima, quelli che invece si addormentavano con difficoltà, avranno ancora più difficoltà a prendere sonno e non riposeranno bene.
Il risultato secondo un equipe di esperti che ha studiato proprio questa transizione temporale ed i suoi effetti sulla salite, è un aumento degli infarti miocardici dati proprio dallo stress maggiore e anche dal fatto che l’orario differente non consente di riposare in maniera esaustiva. Una seconda ricerca, tuttavia dai risultati non univoci, svolta tra Irlanda e Regno Unito ha notato che durante il periodo primaverile di transizione a seguito del cambio dell’ora, gli incidenti, sono aumentati notevolmente così come sono in aumento anche le lesioni degli automobilisti forse a causa della privazione delle ore di sonno imposta dal cambio d’orario.
Dopo tutte le varie ricerche e gli studi sul tema, nonostante non ci siano evidenze univoche sull’impatto del cambio d’ora sulla salute, gli Stati stanno concretamente valutando la possibilità di abolirlo. La mozione a riguardo è stata presentata dalla Finlandia insieme ad un dettagliato rapporto che mostra il rapporto tra i costi ed i benefici anche sulla salute dei cittadini apportati dall’abolizione del cambio dell’ora.
La riflessione si sta facendo negli ultimi tempi ancora più approfondita con ricerche e studi atti a valutare l’effetto sull’economia del ritorno ad un solo orario. La maggioranza dei votanti in seno alla Commissione ha votato a favore della proposta perciò ci si aspetta che uno dei prossimi cambi d’ora sia ipoteticamente l’ultimo.