La mancanza di appetito è un fenomeno che può manifestarsi in qualsiasi momento della vita di un bambino.
Fonte di ansia e di preoccupazione per i genitori, in realtà non sempre l’inappetenza cela un problema fisico, legato a qualche patologia particolare. Prima di allarmarsi inutilmente e chiamare subito il pediatra, è opportuno assumere un atteggiamento vigile, studiando l’eventuale evolversi di questo malessere e le possibili cause ad esso annesse.
Il disinteresse temporaneo dei bambini per il cibo può essere legato allo sviluppo o a dei problemi di carattere emotivo (una situazione difficile in famiglia, un trasloco, l’allontanamento di un parente o situazioni traumatiche).
L’inappetenza può essere anche la diretta conseguenza di infezioni alle vie urinarie oppure respiratorie (che riguardano ad esempio la faringe), di gastroenteriti o di altre patologie di origine batterica che attaccano il piccolo organismo rendendolo debole. La mancanza di appetito è inoltre strettamente correlata alla dentizione o alla presenza di afte nascoste all’interno del cavo orale. Infatti il dolore può costringere il bambino a limitare se non addirittura a rifiutare il cibo temporaneamente.
Altre possibili cause potrebbero dipendere da:
– Anemia. Una carenza di ferro potrebbe causare inappetenza nel bambino, per cui è indispensabile aumentare la presenza del minerale fornendone il giusto apporto attraverso l’alimentazione.
– Intolleranze alimentari. L’incapacità dell’organismo di tollerare farine, latte o frutta secca potrebbe comportare problemi digestivi, una parziale inappetenza ed il rifiuto di determinati cibi. In questo caso è opportuno verificare con dei test specifici.
– Parassiti intestinali. La parassitosi è molto frequente nei bambini, in quanto non di rado portano le mani alla bocca dopo aver toccato giocattoli o superfici.
Il disturbo può essere facilmente confuso, ma in linea di massima si può riconoscere attraverso i sintomi più comuni: pizzicore all’ano e alla punta del naso, pupille dilatate e nervosismo.
Prima di somministrare al bambino medicine varie, è opportuno provare l’efficacia di alcuni rimedi naturali, da associare ad un’alimentazione sana e bilanciata. A tal proposito, per contrastare l’inappetenza sono ideali:
– Lievito nutrizionale. L’integratore naturale stimola l’appetito apportando all’organismo sali minerali, vitamine ed amminoacidi, contribuendo ad un corretto sviluppo mentale e fisico del bambino.
– Pappa reale. Il super alimento colma le carenze alimentari, come ad esempio l’anemia. Fresca o liofilizzata, la pappa reale va ingerita prima dei pasti in dosi adeguate all’età.
– Achillea Millefoglie. La pianta medicinale stimola l’appetito, previene ed elimina la parassitosi intestinale e favorisce la digestione.
– Alfa alfa o erba da foraggio. La pianta officinale favorisce l’appetito, previene le ulcere gastriche e combatte l’acidità di stomaco.
– Alimentazione varia. Per stimolare l’appetito è possibile variare le preparazioni, presentandole in maniera divertente e colorata, modellando gli alimenti. Se il bambino non dovesse essere particolarmente attratto da pesce e legumi, è possibile elaborarli in un ripieno o in una pasta particolare. Il web è una fonte inesauribile di simpatiche ricette per bambini.
Qualora i sintomi dovessero persistere e non risolversi in breve tempo allora bisogna contattare il pediatra che indirizzerà verso studi più accurati.
In particolare, i genitori dovranno prestare attenzione a:
– Perdita di peso evidente;
– Pelle disidratata e fredda;
– Debolezza muscolare;
– Reattività limitata o comunque lenta;
– Irritabilità;
– Pianto disperato senza lacrime;
– Nervosismo;
– Frequenti infezioni;
– Letargia e sonnolenza;
– Occhi cerchiati ed infossati;
– Urina ridotta.
In tal senso, la visita pediatrica può essere risolutiva per evitare serie conseguenze come ad esempio ritardi nella crescita, carenze nutrizionali, eventuale disidratazione nonché anoressia vera e propria. Chiaramente, non bisogna creare allarmismi inutili ma si ricorda di prestare particolare attenzione ai sintomi tipici e comunicarli al pediatra.