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Si sente spesso parlare di depressione e dipendenza, senza però mai sapere veramente cosa si intenda con questi due termini.
Dal momento che sono entrambe patologie particolarmente diffuse, è bene essere sapere in cosa consistono, come si sviluppano e soprattutto quali sono i legami e le connessioni tra le due.
La depressione è un disturbo di cui soffre più del 10% della popolazione, in prevalenza femminile. Questo disturbo è spesso collegato a gravi patologie mediche di cui si manifesta come diretta conseguenza. Solitamente, le persone depresse lamentano un calo del desiderio, una costante stanchezza, malesseri fisici e grande irritabilità.
In alcuni casi, il disturbo depressivo può essere associato anche ad attacchi di panico, anoressia o bulimia nervosa, disturbo della personalità o disturbo ossessivo-compulsivo. Molti studi, oggi, avvalorano sempre con maggiore frequenza la possibilità che la depressione possa essere un disturbo ereditario e che di conseguenza abbia forti probabilità di avere cause di tipo genetico. La conseguenza peggiore del disturbo depressivo è il suicidio. Circa il 15 % di coloro che ne sono affetti decide infatti di togliersi la vita; si tratta di una percentuale non altissima ma comunque nemmeno trascurabile.
La dipendenza, invece, è una condizione in cui un individuo sente di avere un continuo e costante bisogno di assumere una certa sostanza o un certo prodotto, sia questo un farmaco, uno stupefacente o alcol. L’astinenza da questo particolare prodotto può avere conseguenze anche piuttosto rilevanti, come uno stato depressivo o angoscioso, un malessere fisico o aggresività e impulsività. Con il tempo, la dipendenza porta a una necessità sempre maggiore della sostanza in questione, la perdita totale del controllo della situazione e soprattutto aggrava le condizioni nel caso in cui si verifichi l’astinenza.
Il primo passo per la cura della dipendenza è senza dubbio il riconoscere di essere affetti. Serve inoltre una grande forza di volontà per decidere di fare un passo indietro e prendersi cura della propria persona.
Può capitare che le giornate negative si trascinino per un certo periodo di tempo. In questo caso, si è solitamente più inclini a dipendere da quelle cose che ci fanno sentire meglio.
Si può però arrivare al punto di non riuscire ad andare avanti senza quel determinato prodotto, al punto che la sua assenza provoca uno stato depressivo.
È risaputo che la salute è un insieme di cause ed effetti. Tutti sanno che l’obesità è legata al diabete, che il colesterolo alto è un fattore di rischio per le malattie del cuore e che l’elevata pressione sanguigna aumenta il rischio di infarto. Recentemente, alcuni medici stanno portando avanti degli studi secondo i quali la depressione potrebbe essere connessa ad altri disturbi, come l’ansia, e potrebbe avere ripercussioni profonde sulla dipendenza.
Non c’è alcun dubbio che ci sia una grande comorbilità, ovvero la presenza contemporanea di diverse patologie, tra dipendenza e depressione. I tossici di sesso maschile hanno un tasso di depressione tre volte più alto rispetto alla gente comune, mentre per le donne è addirittura di quattro volte maggiore.
Il nesso tra depressione e dipendenza vale sia per le dipendenze da sostanze più tradizionali, come nicotina ed alcool, sia per quelle sulle quali si è iniziato a porre attenzione più di recente, come quella del gioco d’azzardo compulsivo.
Per questo motivo, non bisogna da meravigliarsi se, nel 2007, lo stato del Nevada, con i casinò di Las Vegas dove dilagano cocktail e fumo, sia stato definito come uno tra i dieci paesi più depressi al mondo.
La domanda che sorge spontanea, a questo punto, è quale delle due venga per prima: la dipendenza o la depressione? Secondo uno studio recente, circa la metà dei pazienti accolti in un programma terapeutico contro la cocaina hanno manifestato una depressione pre-esistente, che dimostrava che piuttosto che seguire i terapisti, queste persone preferivano andare a cercare gli spacciatori.
In un’altra analisi, i medici hanno dimostrato che dal 10% al 20% gli alcolisti iniziano a bere per sentirsi meglio proprio a causa della depressione. In questi casi, quindi, sembrerebbe che la prima patologia ad insorgere sia la depressione.
Da altre ricerche, al contrario, è sembra risultare che sia la dipendenza a precedere l’insorgere della depressione. Per esempio, da uno studio sui comportamenti rischiosi degli adolescenti è emerso che assumere droghe e fare sesso già da giovanissimi aumenta le probabilità che possano soffrire depressione da adulti.
In ogni caso, sembra che ci si trovi all’interno di un circolo vizioso. Prima di provare a prendere una posizione, però, è bene provare a consultare i dati sull’utilizzo di nicotina e di fumo. Fino ad oggi, infatti, questi due tipi di dipendenza hanno fornito molte indicazioni interessanti sull’interazione che si crea tra depressione e dipendenza.
Molte ricerche hanno dimostrato che la depressione più grave è due volte più comune nei fumatori che nei non fumatori.
Quando si nota che una persona ha sempre la necessità di uscire a fumare, capita spesso di voler chiedere se ha bisogno di parlare o di sfogarsi con qualcuno. Alcuni studi che sono stati portati avanti in merito a questa questione hanno dimostrato che coloro che avvertono costantemente il bisogno di accendere una sigaretta sono più a rischio di cadere in depressione.
Appurato che i fumatori corrono un rischio maggiore di cadere in depressione, sorge spontaneo chiedersi se questa patologia non possa essere causata dall’odore di fumo di cui è impregnato e dai suoi denti giallastri.
Questi, infatti, potrebbero da un lato essere solamente scomodi effetti collaterali della sola cosa che può rendere felice un depresso, ma dall’altro potrebbero essere invece causa della depressione stessa, all’interno di quel circolo vizioso di cui si parlava prima.
Gli scienziati hanno ipotizzato che ogni dipendenza possa essere in qualche modo un tentativo di auto-curarsi la depressione. Non è raro, infatti, imbattersi in persone che dicono di bere per anestetizzare o placare il dolore e scacciare pensieri negativi.
Questi studi danno risultati ancora più evidenti per quanto riguarda il consumo di sigarette. La depressione è strettamente legata agli squilibri di certe sostanze chimiche nel cervello, in particolare dei neurotrasmettitori di serotonina e dopamina. Ogni tiro di sigaretta mette in circolo nicotina che stimola il rilascio di questi neurotrasmettitori. Per verificare questi studi, è stato applicato un cerotto alla nicotina su dei non fumatori e questi hanno dimostrato un abbassamento dei sintomi della depressione.
Tuttavia, non è possibile fare generalizzazione di alcun tipo. Non tutti i fumatori sono depressi, come non tutti i depressi sono fumatori. Alcune persone che soffrono di depressione, ad esempio, preferiscono chiudersi dentro al loro bar preferito per aggiustare la loro chimica cerebrale.
L’alcolismo è una dipendenza correlata ad un abbassamento del livello di serotonina nel cervello che può essere causa di depressione. Oltre a questo, il consumo di alcool intralcia le capacità di una persona di tenere a freno gli impulsi ed abbassa i freni inibitori.
Ciò vuol dire che gli alcolisti continuano ad attaccarsi alla bottiglia per quanto siano consapevoli che questa non è una soluzione a lungo termine ma d’altra parte convinti che possa essere una possibile auto-cura quanto meno momentanea.
Quando le persone dipendenti dal consumo di alcolici perdono il controllo dei loro impulsi e si arrabbiano, solitamente la conseguenza è che decidano di bere ancora di più. Questo perché credono che gli alcolici siano l’unica soluzione per sentirsi rilassati e per prendere le distanze da questi scatti eccessivi di ira e di violenza.
In ogni caso, uno dei motivi per cui è difficile sapere se la dipendenza è legata alla depressione è il ruolo svolto dalla dopamina in eccesso. La dopamina è una sostanza che viene prodotta dai neuroni e, in parte, alle ghiandole surrenali ed esercita una funzione di controllo sul movimento, sulla memoria di lavoro, sulla sensazione di piacere, sulle facoltà che regolano i meccanismi del sonno, sulla capacità di attenzione e su alcune facoltà di tipo cognitivo.
Proprio perché questa sostanza è connessa con i centri celebrali del piacere e della soddisfazione, solitamente si riscontra una carenza nelle persone depresse. Al contrario, le scintigrafie celebrali dei drogati mostrano altissimi livelli di dopamina nel sangue.
Questo indica che il cervello di un drogato prova un così alto livello di piacere nell’assumere droghe o sostanze ad esse affini che non può non continuare ad assumerle. Tutti i deficit o i problemi vengono in questo modo affrontati, o forse evitati, dando continuamente forza alla loro dipendenza e senza riuscire più a liberarsene.
Di conseguenza, per quanto sia attestato un alto livello di comorbilità tra depressione e dipendenza, è forse troppo facile dire che l’una sia la causa o la conseguenza dell’altra. Per avere un quadro completo, bisognerebbe prendere in considerazione tanti altri fattori, inclusi quelli genetici, ambientali e di reddito. Secondo alcuni studi recenti, anche il genere gioca un ruolo particolarmente importante. Sembra infatti che gli uomini siano più inclini a sviluppare la dipendenza prima della depressione, al contrario invece per le donne avviene solitamente l’esatto contrario.
Per quanto sia stato più volte ripetuto quanto depressione e dipendenza siano strettamente legate tra loro, tuttavia questo non implica in nessun modo che la cura della depressione possa porre fine anche alla dipendenza. Una volta che una persona diventa dipendente dall’alcol o dall’assunzione di droghe, si presentano alcuni problemi che devono essere affrontati e che richiedono necessariamente terapie. Queste andranno senza dubbio a coinvolgere entrambe le patologie, soprattutto nel caso in cui siano legate tra loro; non è del resto raro che la depressione sia la diretta conseguenza del periodo che ha portato alla fine di una dipendenza.