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Un errore molto frequente tra le persone è quello di sottovalutare i sintomi dell’influenza pensando che possa trattarsi di un semplice raffreddore o altri malanni stagionali.
Motivo per cui è bene ricordare che esiste un’importante differenza tra questo tipo di infezioni e che esse richiedono trattamenti medici diversi tra di loro.
Distinguere l’influenza da altri mali di stagione è molto importante. Innanzitutto è bene precisare che si tratta di un’infezione del tratto respiratorio a livello del quale ci sono una serie di problematiche che si manifestano con segni evidenti. Tra i sintomi principali che caratterizzano un’influenza bisogna evidenziare la cosiddetta triade: questa prevede la presenza di febbre, in alcuni casi anche alta, accompagnata da un sintomo respiratorio e uno sistemico.
In questi ultimi due casi si parla dunque di raffreddore, forte mal di gola e anche tosse, mentre tra i sintomi sistemici si fa riferimento senza dubbio alla spossatezza, dolori articolari e anche muscolari, oltre che mal di testa frequente. Questi tre sintomi non si manifestano per un semplice raffreddore, ad esempio, ma tendono a presentarsi in maniera singola. La febbre alta ed improvvisa è un segno tipico della comparsa dell’influenza a cui seguono le altre manifestazioni.
Per poter essere certi di avere l’influenza è dunque necessario saperla riconoscere in primo luogo. Brividi di freddo e mal di gola? Mal di schiena frequente e starnuti continui? Possono essere senza dubbio sintomi influenzali. Ma attenzione però poiché è molto frequente che chi pensa di avere l’influenza, in realtà si sia beccato solamente uno dei tanti virus parainfluenzali. La febbre da influenza solitamente si attesta tra i 38 e i 38.5 gradi, accompagnata da dolori a livello di articolazioni e ossa, oltre a tosse, naso chiuso e mal di gola.
Avendo contemporaneamente tutti questi sintomi, a cui se ne possono aggiungere altri soggettivi, si può essere abbastanza certi di avere un’infezione da influenza in corso. Nel caso in cui invece ci sia solamente uno di questi sintomi non è da escludere che possa trattarsi anche semplicemente di un raffreddore.
Ci sono una serie di elementi che contribuiscono al contagio dell’influenza e che non tutti sanno. Partendo innanzitutto dal meteo, in quanto con il bel tempo è molto difficile che ci sia un numero elevato di contagiati.
Una stagione invernale particolarmente lunga e fredda potrebbe invece essere un’ottima alleata dell’infezione virale e quindi favorire l’insorgenza di questa serie di sintomi ad essa associati. La diffusione dell’influenza è un fenomeno molto importante è che è bene conoscere in quanto il contagio può essere rapido, più di quanto si possa pensare. Infatti un solo starnuto potrebbe arrivare a contenere addirittura oltre 45.000 microparticelle pericolose per la salute dell’organismo umano.
E soprattutto esse si muovono nell’aria ad una velocità di oltre 300 chilometri orari, per cui possono facilmente raggiungere le persone circostanti.
Molto comune nel linguaggio comune è il termine di influenza intestinale. Pensare che in inverno qualsiasi tipo di sintomo o malessere vada associato all’influenza è un errore che potrebbe creare problemi anche nell’uso di farmaci sbagliati. Le infezioni virali in inverno sono tante e pur somigliandosi con l’influenza hanno una natura completamente diversa.
Si può quindi dire che essi appartengono a tutti gli effetti a delle “famiglie” differenti. E dunque si può dire che l’influenza intestinale non esiste effettivamente poiché i sintomi gastroenterici vengono provocati da rotavirus che sono differenti dai rinovirus dell’influenza. Il ceppo è differente e perciò cambierà molto anche la cura di questa serie di sintomi. Il che va a spiegare anche il motivo per cui coloro che si vaccinano potrebbero comunque avere dei sintomi parainfluenzali: le cause dei malesseri sono diverse e la durata del malanno cambia sicuramente rispetto all’influenza vera e propria.