Venezia, Luca Vianello è morto nella notte a causa di una complicanza di quella che doveva essere una semplice influenza stagionale.
Si è salvato invece il figlio della vittima – Salvo – che, avendo contratto lo stesso ceppo influenzale era stato curato in maniera efficace e tempestiva.
Luca aveva 49 anni e conduceva una tranquilla vita nella propria città Venezia: era un motoscafista della cooperativa Serenissima taxi e, durante le ore serali, lavorava nel ristorante di proprietà alla Giudecca che aveva preso in gestione da poco più di un anno con la moglie Stefania e i due figli.
Un paio di mesi fa (il 29 dicembre si erano presentati i primi sintomi) era entrato in contatto con un virus influenzale al quale non aveva dato particolare attenzione: un mese fa, in seguito a qualche piccola complicazione polmonare, era stato ricoverato nel reparto di rianimazione e, a pochi giorni dal ricovero, non era più riuscito a parlare con i propri cari; si è spento dopo aver lottato per settimane, in bilico tra la vita e le morte a cause di alcuni.
Poco prima di morire, ha rivolto le sue ultime attenzione al figlio che – in contemporanea – cominciava ad avvertire gli stessi sintomi: il gesto eroico del padre ha permesso al giovane di salvarsi attraverso le cure adeguate per debellare il virus H1N1.
Il caso di Venezia riaccende i riflettori su un tema che era rimasto sopito per molto tempo: il virus H1N1, noto anche come il ceppo dell’influenza suina.
La trasmissione è la stessa della normale influenza stagionale cioè attraverso lo starnuto di chi ha già contratto il virus o per via diretta (toccando semplicemente una superficie infetta e infettandosi attraverso le principali mucose). Gli agenti patogeni infatti rimangono nel luogo dove si depositano per circa 48 ore, anche se la loro potenzialità infettiva diminuisce già a partire da poche ore dal contatto con l’esterno.
Il periodo di incubazione che precede la comparsa dei sintomi può durare da un giorno a 1 settimana.
I primi segnali della presenza del virus possono essere assimilabili a quelli di una normale influenza stagionale, ma già nei giorni a seguire si presentano le prime complicanze polmonari. Per questa ragione è fondamentale porre particolare attenzione ai bambini, il cui sistema immunitario è più debole e per i quali entrare in contatto con il virus h1n1 potrebbe essere fatale: nel caso dei più piccoli, i segnali ai quali porre attenzione sono soprattutto la febbre alta e la sua persistenza nonostante l’assunzione di farmaci volti ad abbassarla.