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Partiamo dal principio.
Cos’è l’ipertensione polmonare? L’ipertensione polmonare è una condizione patologica caratterizzata dall’aumento della pressione sanguigna nei vasi arteriosi polmonari, che si traduce in un aumento delle pressioni anche all’interno dell’atrio destro e del ventricolo destro del cuore. Esiste una cura? Ecco come curarla.
Dal punto di vista clinico l’ipertensione polmonare si manifesta con sintomi come:
dispnea (sensazione di “fame d’aria” con respirazione difficoltosa),
dolore toracico (che può simulare un infarto cardiaco),
tachicardia (aumento della frequenza cardiaca oltre i 100 battiti al minuto),
sincope (improvvisa e transitoria perdita di coscienza con possibile caduta a terra, dovuta ad ipo-perfusione cerebrale).
E’ necessario riconoscere quanto prima i sintomi e sottoporsi ad esami strumentali quali:
radiografia torace,
elettrocardiogramma ed ecocardiogramma,
spirometria,
cateterismo cardiaco per misurare direttamente la pressione in loco.
Una volta effettuati questi accertamenti, e aver così escluso altre patologie che causano gli stessi sintomi, è possibile formulare la diagnosi di ipertensione polmonare e procedere alla terapia. Ecco in cosa consiste la cura per l’ipertensione polmonare.
Terapia farmacologica, con l’utilizzo di farmaci che cercano di abbassare la pressione a livello polmonare,
Terapia non farmacologica, tra cui rientra anche la possibilità di un trapianto cuore-polmoni.
La prognosi tende a peggiorare progressivamente. La qualità di vita del paziente si abbassa notevolmente fino al decesso per insufficienza cardio–respiratoria.
L’ipertensione polmonare è una malattia a prognosi infausta. Il decesso avviene nella maggioranza dei casi per insufficienza cardiaca e respiratoria. Dopo un’iniziale periodo di risposta ai farmaci la patologia diventa inarrestabile e la percentuale di sopravvivenza a 10 anni è molto bassa.
L’ipertensione polmonare può essere di due tipologie:
– acuta (in genere secondaria ad embolia polmonare),
– cronica.
La forma cronica può a sua volta essere:
primitiva (causa sconosciuta),
secondaria (causata da altre patologie).
La forma primitiva idiopatica o ereditaria di ipertensione polmonare è molto rara e arriva a colpire circa 2 persone su 1 milione, mentre più frequente è la forma secondaria, con un’incidenza maggiore dopo i 50 anni soprattutto nei soggetti di sesso femminile, con un rapporto di 3:1 rispetto ai maschi.
Nelle prime fasi la malattia è praticamente asintomatica, cioè priva di segni e sintomi evidenti. Progressivamente inizieranno a comparire:
dispnea (sensazione di “fame d’aria” con respirazione difficoltosa)
dolore toracico (che può simulare un infarto cardiaco)
tachicardia (aumento della frequenza cardiaca oltre i 100 battiti al min)
sincope (improvvisa e transitoria perdita di coscienza con possibile caduta a terra, dovuta ad ipo-perfusione cerebrale)
edema alle gambe con gonfiore a piedi e caviglie
versamento polmonare e addominale (ascite),
senso di stanchezza e malessere generalizzato,
limitazione progressiva delle attività quotidiane,
raucedine (voce rauca).
La diagnosi
Come anticipato, la diagnosi d’ipertensione polmonare è piuttosto complessa, sia perché la condizione è inizialmente asintomatica, sia perché si presenta con sintomi sovrapponibili a numerose altre patologie.
Per queste ragioni il medico, una volta riconosciuti i sintomi più caratteristici, procede in genere a richiedere una serie di esami strumentali che ne permettano la conferma diagnostica.