Cos’è il Job creep di cui si sta sentendo parlare? Letteralmente tradotto “lavoro strisciante” viene detto dagli inglesi job creep, o “work creep” già da circa vent’anni.
Ma quali sono gli effetti collaterali?
Il fenomeno Job creep, noto da vent’anni, sta vivendo un ritorno con la riapertura degli uffici nel post pandemia, ponendosi in netta antitesi con il più noto “quiet quitting”. Nel job creep, invece, il dipendente tende ad assumersi più incarichi di quelli che gli appartengono, come a dilatare l’orario di lavoro oltre i limiti contrattuali e a rimanere sempre collegato ai device.
Il soggetto “affetto” da job creep dunque resta sempre a disposizione di superiori e colleghi, rispondendo a mail aziendali o partecipando a chat lavorative anche a tarda sera. Il tutto senza aumenti salariali effettivi o promessi. Questo ha poi delle ricadute pesanti ma spesso ignorate su stress, qualità della vita e a lungo andare sulla salute.
Il fenomeno dei job creepers è tornato da quando dopo la pandemia si è sviluppato sempre più lo smart working, che solo utilizzando il pc o il proprio telefono si può lavorare ovunque.
E questo non ha fatto altro che aumentare il tempo che dedichiamo al lavoro a costo della salute mentale.
L’atteggiamento tipico dei job creepers è di rispondere a mail di lavoro fuori orario, fermarsi in ufficio oltre il termine contrattuale per risolvere problemi sorti durante la giornata, passare la pausa pranzo davanti al pc. Ma non è detto che la motivazione sia l’aumento salariale oppure l’avanzamento di carriera che spesso non si verificano poi.
E quali sono gli effetti collaterali del lavoro tossico? In primis alla lunga è dannoso per la salute del lavoratore, che rischia il burn-out ossia uno stato di esaurimento cronico causato dal lavoro.
Per Job creep, come visto, si intende un fenomeno già noto in Inghilterra ma che si sta diffondendo anche nel nostro bel Paese. Si tratta di un atteggiamento quasi patologico del lavoratore di fare più del necessario al lavoro, andando oltre il suo orario stabilito, continuando a essere reperibile anche a tarda sera. Il job creeper, infatti, è colui è che sempre disponibile a lavorare ma non lo fa per se stesso, piuttosto per ricevere riconoscimenti.
Questi però non arrivano se non minimamente.
Alla base della diffusione di questo fenomeno c’è sicuramente la pandemia del 2020 che ha riportato in auge lo smart working e modalità di lavoro ibride causando il non volersi o potersi mai staccare dal lavoro. Le conseguenze per la salute sono in primis stress eccessivo legato alla mole di impegni lavorativi e al fondersi con la sfera sociale, personale.
Il cosiddetto “burnout”, cioè all’esaurimento delle risorse psico-fisiche e alla manifestazione di sintomi psicologici negativi associati al contesto lavorativo.
Bisogna trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro, e imparare a disconnettersi dal mondo virtuale.