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L’Italia e la Gran Bretagna hanno collaborato per una ricerca scientifica indirizzata verso la prevenzione dei tumori.
In particolare si tratta dell’Università di Udine e di quella di Manchester. Che, nel corso dei loro studi, hanno riscontrato le particolari caratteristiche benefiche contenute nel semplice lievito di birra. Poi pubblicata sulla rivista Genome Biology. Lo studio ha messo in luce che proprio il lievito mette in modo dei meccanismi molecolari. Grazie ai quali l’organismo umano risponde ai cosiddetti bifosfonati, i farmaci utilizzati per il trattamento dei tumori. Ma non finisce qui, perché il lievito può essere utilizzato anche nella lotta all’osteoporosi.
Insomma, uno studio ancora in fase preliminare. Grazie al quale si potrà aprire la strada a nuove terapie specifiche nei sopracitati campi.
Il lievito di birra si ottiene attraverso la selezione di microrganismi viventi, i Saccharomyces Cerevisiae, funghi microscopici unicellulari che vengono coltivati e fatti fermentare in appositi fermentatoi, dove si moltiplicano moltissime volte. Si chiama “di birra” perché è un residuo della fermentazione della birra, ma si può trovare anche altrove, per esempio sulla buccia di alcuni frutti.
Il lievito di birra secco è più ricco di nutrienti rispetto a quello fresco, cioè a quello che si usa comunemente per fare il pane o la pizza. Si può acquistare in farmacia, in erboristeria e nella grande distribuzione. Si trova in varie forme: in compresse o bustine da assumere direttamente, oppure in scaglie, che possono essere aggiunte a minestre o insalate.
Il lievito di birra contiene molte proteine ad alto valore biologico e tutte le vitamine del gruppo B.
È inoltre ricco di minerali, tra cui magnesio, fosforo, potassio, ferro, calcio e selenio; ha quindi un’azione rimineralizzante e aiuta a combattere l’astenia.
Ha potere disintossicante nei confronti del fegato ed è alleato di tutto l’apparato tegumentario, cioè di capelli, pelle, ciglia, unghie. Aiuta a combattere alcuni inestetismi cutanei, in particolare l’acne e le dermatiti. È utile al sistema cardiovascolare e metabolico perché contribuisce a tenere pulite le arterie e facilita l’azione dell’insulina.
Aiuta a ripristinare la flora batterica intestinale.
Nonostante le numerosissime funzioni biologiche attribuite al lievito di birra, e le sue ricche caratteristiche nutrizionali, la letteratura scientifica appare alquanto dibattuta sulle reali potenzialità ed applicazioni cliniche.
Al momento, le principali attività preventive e cliniche ascrivibili al lievito di birra, andrebbero ricondotte, più che alla ricchezza di vitamine del gruppo B, alla presenza di alcune proteine ricche in selenio e cromo.
Secondo diversi autori, tali proteine risulterebbero responsabili, almeno in vitro e in modelli sperimentali, di un’apprezzabile attività antitumorale nei confronti di carcinomi particolarmente aggressivi, come quelli del polmone, della prostata e del colon-retto.
Resterebbero invece da indagare con maggior accuratezza tutte quelle attività “nutrizionali” del lievito di birra correlate all’abbondante quantità di vitamine del gruppo B, aminoacidi essenziali, Beta-glucani ed altri principi attivi.
Il lievito di birra secco è perfetto per la preparazione di maschere naturali, sia per la pelle del viso sia per i capelli. Per ottenere una maschera per la pelle mista o tendenzialmente grassa basta versare un cucchiaino di lievito di birra in polvere in mezzo vasetto di yogurt naturale.
Si otterrà una maschera cremosa da mettere sul viso (tranne contorno occhi) e tenere in posa per circa 10 minuti. Risciacquare con acqua tiepida.
Il lievito di birra è commercializzato sotto forma di fiocchi, polvere, tavolette e capsule.
Il dosaggio varia a seconda delle necessità, del tipo di preparazione e dell’eventuale contestuale presenza di altri principi attivi.
Generalmente, non dovrebbe essere superato il limite giornaliero di 400 mg, avendo cura – al fine di evitare spiacevoli inconvenienti gastro-intestinali – di raggiungere progressivamente il dosaggio utile.
L’uso di lievito di birra, in concomitanza ad altri lieviti, potrebbe determinare l’insorgenza di gonfiore addominale, flatulenza e meteorismo.
Rari sono stati gli episodi di reazioni allergiche degne di nota.
L’uso di Lievito di birra è controindicato in caso di ipersensibilità ai lieviti o di terapie farmacologiche con inibitori delle monoamino ossidasi.
La contestuale assunzione di lievito di birra e di inibitori delle monoamino ossidasi potrebbe determinare un indesiderato effetto ipertensivo.
Vista l’assenza di studi relativi alla sicurezza e all’efficacia a lungo termine nelle gestanti, l’uso di integratori a base di lievito di birra andrebbe evitato durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno.