Il linfoma di Hodgkin è un tumore al sistema linfatico.
Il sistema linfatico è un apparato formato da tessuti e cellule che hanno il compito di occuparsi della difesa dell’organismo contro malattie e altri agenti esterni. Col progredire della malattia quindi, la capacità di difesa dell’organismo verrà seriamente compromessa.
Il linfoma può colpire i linfonodi, il midollo osseo, il timo e la milza, per poi diffondersi andando ad attaccare altri organi. Questo linfoma, chiamato così grazie al primo medico che lo ha scoperto nell’Ottocento, Thomas Hodgkin, è un tumore maligno che colpisce generalmente in due fasce d’età: si può essere maggiormente colpiti da questo linfoma tra i 20 e i 30 anni e tra i 50 e i 70 anni.
Bisogna bene tenere a mente che il linfoma di Hodgkin non è una malattia ereditaria, sono quindi molto importanti i fattori ambientali e non quelli genetici.
Gli individui di sesso maschile, inoltre, sembrano essere quelli maggiormente colpiti da questo linfoma. Sono a rischio anche gli individui colpiti dal virus di Epstein-Barr, virus responsabile della mononucleosi infettiva e quando ci sono condizioni di immunodepressione, come ad esempio in caso di infezione da HIV o in seguito ad un trapianto di organi.
Sono molto importanti anche i fattori geografici, infatti il linfoma di Hodgkin è maggiormente diffuso in Canada, negli Stati Uniti e nel Nord Europa in generale, e il livello socio-economico. Infatti è stato dimostrato che questo linfoma è più comune tra tutti quegli individui che hanno un alto tenore di vita. Oltre a questi fattori di rischio, valgono anche tutti quei fattori che ritroviamo anche in altri tumori come radiazioni, esposizione a pesticidi e agenti chimici.
Il linfoma di Hodgkin è considerato un tumore abbastanza raro, molto diffuso tra i 15 e i 35 anni, ma colpisce circa 4 individui su 100.000 abitanti, anche se recentemente si è verificato un incremento, soprattutto in Europa.
Non potendo conoscere con certezza tutti gli specifici fattori di rischio di questo linfoma, ad oggi non esiste alcun tipo di prevenzione.
Venendo colpito il sistema linfatico, tra i sintomi ritroviamo un netto ingrossamento dei linfonodi, soprattutto quelli alle ascelle, collo ed inguine.
Altri sintomi caratteristici di questa malattia sono febbre persistente, sudorazioni notturne e prurito diffuso. Quando invece i linfonodi si trovano più in profondità, come quelli situati nel mediastino o quelli nell’addome, possono manifestarsi sintomi come tosse, difficoltà respiratorie e dolore addominale.
In presenza di questi sintomi, è bene rivolgersi al proprio medico di base, per poi procedere con la diagnosi che richiederà l’asportazione di un linfonodo per esaminarlo istologicamente.
Una volta confermata la presenza del tumore, sarà necessario effettuare la stadiazione del linfoma. Verranno quindi effettuate TAC, ecografie, e la PET, in modo da localizzare tutte le sedi del tumore.
Ad oggi, soprattutto negli individui più giovani, c’è un’alta possibilità di guarigione. Infatti, la maggior parte delle persone che avranno effettuato un trattamento contro questo tumore, andranno incontro alla totale remissione di quest’ultimo.
A livello di cure, verranno effettuate sedute di polichemioterapia e la radioterapia, talvolta combinate, tenendo comunque conto dello stadio in cui si trova il linfoma e dei fattori come l’età del singolo paziente, i sintomi verificatisi e lo stato di salute.