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Per coronaropatia o malattia coronarica si intende una qualsiasi alterazione, anatomica o funzionale, delle arterie coronariche, cioè dei vasi sanguigni che portano sangue al muscolo cardiaco.
Le coronaropatie sono causate dalla presenza di depositi di grasso, noti anche come placche, all’interno delle arterie coronarie, cioè quelle che riforniscono di sangue le cellule del cuore. Queste placche arteriosclerotiche sono pericolose perché rendono le arterie rigide e irregolari, impedendo il regolare afflusso di sangue, fino, a volte, alla completa ostruzione del vaso. Questo può a sua volta portare a un attacco cardiaco.
Ecco i principali fattori di rischio per le coronaropatie:
Le donne con alti fattori di rischio, come iperlipidemia congenita (livelli elevati di grassi nel sangue) o diabete, devono essere tenute sotto controllo. È bene, inoltre, che effettuino ulteriori test anche se non presentano sintomi.
A differenza degli uomini, spesso le donne non presentano sintomi di coronaropatia, e anche quando questi si manifestano, sono considerati atipici. Non provano il forte dolore che dura 20 minuti (che indica generalmente un infarto, negli uomini). Al contrario, le donne sentono, spesso, una lieve angina, che va e viene.
Le donne possono avere sintomi che sembrano più simili a quelli di un bruciore di stomaco o di un’indigestione che a quelli di una coronaropatia.
Oppure, possono semplicemente sentirsi stanche o nauseate.
Esistono diversi esami per diagnosticare una malattia coronarica. Ecco i più comuni:
Dal momento che la coronaropatia può divenire una malattia pericolosa per la sopravvivenza di chi ne è affetto, il rimedio più comune è l’intervento chirurgico. Con il passare degli anni i medici hanno messo a punto tecniche sempre meno invasive nel paziente ottimizzando la procedura fino a renderla priva di rischi (o quasi).
Negli ultimi anni, gli esperti di chirurgia coronarica diretta hanno realizzato la tecnica di Vineberg che permette di operare sul paziente senza che abbia eccessive complicanze post operatorie.
Un’operazione chirurgica è ancora oggi il rimedio più comune ed efficace. Esistono diverse tipologie di intervento:
Il palloncino viene gonfiato e così riapre l’arteria, ripristinando il flusso sanguigno.
In passato, molti sintomi come l’angina, erano considerati prima di tutto il frutto di placche fisse che limitavano il flusso sanguigno verso il cuore.
Oggi, invece, questa concezione tradizionale è stata modificata. Infatti, è stata condotta una ricerca dallo studio di Valutazione della Sindrome da Ischemia Femminile. Per un terzo delle donne in cui i restringimenti coronarici sono lievi o assenti, la causa è una disfunzione endoteliale.
Le cellule che formano la parete dei vasi sanguigni, chiamate endotelio, possono limitare il flusso del sangue. Inoltre, in alcuni casi, le placche nelle arterie delle donne possono svilupparsi in modo liscio e regolare.
Nelle arterie degli uomini, invece, le placche sono tipicamente grumose. Questa regolarità, nella donna, fa sì che le placche nelle arterie non siano individuate dai test standard: questo rende più difficoltosa la diagnosi.