Si sente spesso dire che in una dieta ad alto consumo di carne, corrisponde anche un maggiore rischio di malattie cardiovascolari: ma qual è il legame che unisce questi due fattori? Il consumo di carne fa parte della nostra cultura da tantissimi anni, ma ciò non significa per forza che sia un’abitudine giusta.
Infatti negli ultimi tempi stanno aumentando significativamente le persone che scelgono una dieta vegetariana o vegana. Le motivazioni di questa scelta sono molteplici: un alto consumo di carne significa innanzitutto un grosso impatto a livello animale e ambientale. Infatti la lavorazione della carne impiega tantissime risorse naturali, danneggiando profondamente il nostro ecosistema.
Si stima che il mondo occidentale consumi il 90% della carne prodotta sulla Terra. Se anche l’oriente iniziasse a consumare il nostro stesso quantitativo di carne l’ecosistema mondiale andrebbe in rovina in poco tempo.
Un’altra ragione per cui è bene fare attenzione a quanta carne mangiamo, è strettamente relativa alla nostra salute. Infatti numerosi studi hanno dimostrato che un eccessivo consumo di carne aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Bisogna fare distinzione in base alla tipologia della carne, il modo di produzione, e soprattutto il metodo di cottura utilizzato.
La carne è un importante fonte di proteine, ma con esse contiene anche numerose sostanze che consumate in maniera eccessiva provocano alcune malattie cardiovascolari.
L’esempio più banale e classico è la presenza del colesterolo. Questo elemento è un grasso estremamente utile al nostro organismo, che consumato in grandi quantità provoca alcuni danni alla nostra circolazione sanguigna. Tutto ciò si traduce in una possibile occlusione delle arterie che aumenta il rischio di infarti e ictus.
Secondo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità dovremmo limitare drasticamente il nostro consumo di carni rosse. Infatti alcuni studi hanno evidenziato che chi segue una dieta a base di carne rossa aumenta il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari del 7%.
Mentre chi preferisce le carni bianche aumenta il rischio del 4%. Non è solo la tipologia di carne a fare la differenza, il legame tra consumo di carne e malattie cardiovascolari è anche dovuto alla lavorazione della carne. Infatti le carni lavorate comportano un aumento del rischio molto più elevato rispetto alle carni rosse non lavorate: in particolare la carne industriale, ad esempio quella impiegata negli hamburger da fast food, è dannosa per il nostro organismo, sempre se consumata in quantità eccessive.
Allo stesso modo anche un eccessivo consumo di salumi può aumentare significativamente il rischio di patologie.
Infine anche il metodo di cottura è una discriminante nello stabilire l’intensità di questo legame. I metodi di cottura più sani sono al vapore o ai ferri, mentre la carne cotta in padella e con condimento abbondante risulta più rischiosa per la nostra salute. Prima di escludere la carne dalla nostra dieta è importante considerare numerosi fattori, che solo un nutrizionista o un medico possono valutare in modo oggettivo e imparziale.
Perciò è bene rivolgersi a uno specialista prima di modificare drasticamente le propria alimentazione.