Nei mesi della pandemia le mascherine sono diventate parte della nostra vita e in qualche modo del nostro abbigliamento.
Ne sono state create di diversi tipi e colori, e tra quelle più famose ci sono le mascherine biotech, dalle particolari funzioni.
Le U-mask nascono da uno studio volto allo sfruttamento di tecnologie per la purificazione dell’aria. Esse rappresentano una vera innovazione sviluppata dalla U-Earth, una società biotech che esiste dal 2009 grazie a Betta Maggio, e che con le problematiche della pandemia è riuscita a dare il suo contributo.
In particolare l’azienda si dedica alla ricerca di metodologie per la pulizia dell’atmosfera dall’inquinamento ambientale. Produce infatti bioreattori per la purificazione dell’aria da smog e polveri sottili, e di recente ha prodotto le famose mascherine biotech.
Le U-mask sono state soggette a tutti i controlli necessari, e sono conformi alla norma EN14683, ovvero lo standard che dimostra che esse siano effettivamente efficienti contro le infiltrazioni di batteri.
Le mascherine biotech sono state pensate apposta per il Covid-19, sono infatti dotate di uno scudo bioattivo riutilizzabile, che impedisce la diffusione di tutto ciò che è presente nello strato interno della U-mask. Esse riescono inoltre ad sanificarsi autonomamente, grazie ad un principio attivo che distrugge le cellule patogene.
Esse sono una bella idea per proteggerci, ma sono anche belle da vedere: comode, ergonomiche, dal design grazioso.
Si adattano perfettamente al volto evitando i fastidi legati all’affanno, anche con gli occhiali. E’ composta all’esterno da Nylon riciclato, all’interno un “tessuto non tessuto” autosanificante che ne permette l’utilizzo anche per 200 ore.