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Secondo un recente studio dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane portato avanti dall’Università Cattolica di Roma emerge un nuovo quadro dei malati cronici in Italia e della sua possibile evoluzione nei prossimi 10 anni.
Ecco tutti i dettagli della news.
Dallo studio recentemente pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute delle regioni italiane appare evidente come il nostro Paese debba fare i conti con una percentuale crescente di malattie croniche. Solo durante il 2018 queste patologie hanno coinvolto quasi il 40% della popolazione italiana per un totale di 24 milioni di italiani di cui 12,5 affetti da multi-cronicità.
Andando avanti di questo passo, tra 10 anni (nel 2028 circa) la quota malati cronici potrebbe salire fino a 25 milioni e quelli multi-cronici a 14 milioni.
Tra le malattie che – tristemente – si aggiudicano la palma ci sono:
Per entrambe le patologie sono attesi 1 milione in più di malati rispetto all’anno scorso che costeranno alla nostra Sanità Pubblica 66.7 miliardi di euro.
La cronicità delle malattie costituisce un’importante sfida per il futuro dei cittadini del mondo: a sottolineare questo aspetto è l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – che ha reso noto come siano proprio i problemi di salute che presuppongono un trattamento continuativi da 10 anni a più decadi ad assorbire fino all’80% delle risorse sanitarie mondiali.
Come sottolineato da numerosi studi di settore, la prevalenza di malati cronici è in progressiva crescita, come lo è anche l’impegno sanitario, sociale ed economico per assistere queste categorie di malati.
Per le medesime ragioni – ha sottolineato il direttore scientifico dell’Osservatorio Nazione sulla Salute delle Regioni Italiane Alessandro Solipaca – è diminuito il tasso di mortalità infantile di circa il 20% negli ultimi 12 anni passando da 290/10.000 persone a 230/10.000 persone.
Tuttavia l’aumento delle malattie croniche non colpisce in maniera uniforme i due sessi: solo il 42,6% delle donne è colpito a fronte dell’appena 37% degli uomini.
Questi dati devono essere letti alla luce della distribuzione anagrafica delle patologie stesse: infatti, le donne italiane – nonostante siano affette in percentuale maggiore da malattie croniche – sono decisamente più longeve dei propri compagni.