Occhio di pernice: cause, sintomi e trattamenti efficaci

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Che cos’è l’occhio di pernice?

L’occhio di pernice, scientificamente noto come eloma interdigitale, è una condizione dolorosa che colpisce la pelle tra le dita dei piedi. Questa forma di ipercheratosi è simile a callosità e duroni, ma presenta caratteristiche uniche. Il suo nome deriva dalla somiglianza con l’occhio dell’uccello pernice, con un aspetto tondeggiante e un bordo biancastro. La condizione è causata da un eccesso di cheratinociti, le cellule che formano la parte superficiale della pelle, che si sviluppano per proteggere l’area da stress meccanico.

Cause dell’occhio di pernice

Le principali cause dell’occhio di pernice includono lo sfregamento ripetuto e la pressione costante sulla zona interessata. Questo è spesso dovuto all’uso di calzature inadeguate, come scarpe troppo strette. Secondo il dottor Stefano Olivieri, podologo esperto, il conflitto tra le falangi, in particolare tra il quarto e il quinto dito, genera umidità persistente, creando una callosità molle. Inoltre, la predisposizione individuale alla condizione può essere influenzata dalla forma delle dita, con il quinto dito che tende a essere flesso e ruotato, aumentando la pressione locale.

Sintomi e diagnosi

I sintomi dell’occhio di pernice includono un dolore acuto, specialmente durante la deambulazione o quando si rimane in piedi a lungo. Il fastidio si concentra nell’area ispessita, portando spesso a posture scorrette per alleviare il dolore. La sintomatologia si sviluppa gradualmente, iniziando con un leggero fastidio e un lieve arrossamento, fino a formare una callosità che può allargarsi e ispessirsi nel tempo. La diagnosi è generalmente semplice e non richiede esami strumentali, poiché il podologo può identificare la condizione attraverso un’anamnesi dettagliata.

Trattamenti per l’occhio di pernice

Il trattamento dell’occhio di pernice è fondamentale per alleviare il dolore e prevenire ricadute. Il podologo può raccomandare l’uso di ortesi in silicone, progettate su misura per il paziente, che riducono la pressione e prevengono gli sfregamenti. In alternativa, è possibile considerare un intervento chirurgico minimamente invasivo per rimuovere la sporgenza ossea che causa il problema. Questo intervento, eseguito in anestesia locale, consente una rapida ripresa e non richiede riabilitazione.

È importante evitare l’uso di callifughi o la rimozione manuale della pelle, poiché possono causare infezioni e complicazioni.