Omar Di Felice, ex ciclista professionista, è oggi un campione di Ultracycling.
Esploratore in sella nel freddo estremo dell’Antartide, ma come fa ad alimentarsi a -30 gradi? Ecco la sua dieta.
Omar Di Felice, campione italiano di ultracycling, si è appassionato al mondo del ciclismo fin da ragazzino, guardando in tv Marco Pantani. Per alcuni anni si è dedicato all’agonismo dilettantistico, per poi passare professionista nel 2006. Poco dopo, invece, Omar ha scelto di dedicarsi ai lunghi viaggi in bici e per questo con il suo viaggio in sella da Lourdes a Santiago de Compostela è diventato popolare sui social.
Da qui ha iniziato le gare su lunga distanza ottenendo riconoscimenti sia nazionali che internazionali.
Omar da qualche anno percorre l’Antartide nel freddo più estremo che ci sia, arrivando a temperature meno 30 gradi. In condizioni come queste, a cambiare è anche l’alimentazione per non star male a causa del freddo.
Il campione di ciclismo, 42 anni, ha intrapreso il viaggio in sella in Antartide per lanciare un messaggio sulla necessità di intervenire per fronteggiare la crisi climatica.
Dopo un primo tentativo non riuscito lo scorso anno, è tornato nel continente di ghiaccio con il progetto “Antarctica Unlimited” per cui ha iniziato ad affrontare in solitaria uno dei luoghi più estremi e inospitali della Terra.
“Questo continente è severo e non perdona”, ha detto Di Felice sull’Antartide. E come detto, per affrontare questa dura avventura l’atleta si è preparato molto tempo prima. Dal punto di vista fisico Omar ha seguito gli allenamenti tipici dell’Ultracycling, con particolare attenzione alla parte del tronco, che solitamente è un punto debole dei ciclisti.
“Muoversi in Antartide in solitaria significa dover spingere e tirare una slitta di oltre 90 kg.
Io ne peso poco più di 60 e bisogna essere pronti e preparati ad utilizzare qualunque gruppo muscolare”. Molto importante è la definizione del piano alimentare specifico e delle scorte che porta con sé per sopravvivere oltre 60 giorni a -30 gradi almeno!
Se le condizioni climatiche lo permettono, trascorre tra sei e sette ore in sella, a cui se ne aggiungono due al mattino e alla sera per montare e smontare tutto, fondere la neve, cucinare, verificare che sia tutto in ordine.
Omar Di Felice è il campione di Ultracycling, ossia la disciplina che è in realtà uno stile di vita, di percorrere in sella tantissimi chilometri ed esplorare territori anche molto difficili.
Pensiamo soltanto che Omar è stato il primo italiano ad aver percorso l’Everest in pieno inverno, in bici. Dunque alle sfide è abituato. Ma l’ultima è certamente la più difficile.
Di Felice ha iniziato il suo percorso in bici in Antartide, il Continente più estremo, difficile e quasi impossibile da vivere, almeno a -20 o -30 gradi. Vincitore dell’Ultracycling Dolomitica 2015-2016 (616 km), del Tour du Mont Blanc 2015 (330 km) tra tanti altri, Omar ha compiuto la traversata del Canada Artico pedalando per circa 1300 km sulla Arctic Highway dopo aver raggiunto Capo Nord e aver attraversato interamente l’Islanda durante l’inverno.
Temperature medie che oscillano tra i costanti -10 e i -30.
A queste temperature così estreme, come detto prima, un campione come Omar deve prepararsi non solo nell’allenamento ma soprattutto nel motore del corpo, il cibo. Come liquidi Omar ha portato con sé tutto il tempo una borraccia d’acqua, oppure bevande calde che possono essere il tè o il caffè. Come cibo invece dice di essere sbilanciato molto sui grassi e quindi barrette di cioccolato, panini con creme spalmabili, bresaola, formaggi e carne salata.
Rispetto ad altri ciclisti professionisti nella sua dieta ci sono meno restrizioni. Il motivo è che il freddo polare lo devi combattere con delle scorte di grassi che spesso sono contenute in cibi più gustosi. “Parte integrante è la fatica mentale e questa la si può combattere con il cibo”, dice Omar.