Argomenti trattati
L’osteoporosi è una patologia che coinvolge il sistema osseo, lo rende più fragile e quindi più soggetto alle fratture.
In Italia il 17,5% della popolazione soffre di questa patologia. Ma da che cosa è causata e quali sono i principali sintomi e soprattutto le cure che possono essere messe in campo per combattere questa malattia? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.
Il sistema osseo di una persona che è affetta da menopausa è molto più fragile e a rischio di consumazione e fratture. Le ossa in una persona crescono e si allungano fino all’età di 16 o 18 anni.
Fino ai 30 i sali minerali che sono responsabili della densità ossea, ossia la compattezza delle ossa, sono al massimo della loro produzione che però inizia a calare dopo i 35 anni.
In particolare nelle donne, però, la produzione cala in modo drastico soprattutto nei primi anni dopo l’inizio della menopausa. Se, quindi, con il passare dell’età la diminuzione della densità ossea è un processo naturale, in alcuni soggetti questo processo può iniziare anche con molto anticipo, soprattutto a causa di alcune patologie concomitanti.
Ad esempio la diminuzione della densità ossea può essere una causa di patologie infiammatorie come la malattia di Crohn, l’artrite reumatoide oppure la broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Tuttavia può essere causata anche da un’ereditarietà familiare, dall’assunzione di farmaci steroidei, da disturbi alimentari, dal malassorbimento di calcio in caso di celiachia e altre patologie, dalla mancanza di esercizio fisico regolare oppure dall’obesità che sovraccarica pericolosamente la resistenza del sistema osseo.
Anche alcuni farmaci contro il cancro possono essere responsabili dell’insorgere dell’osteoporosi.
Uno dei problemi principali dell’osteoporosi è legato al fatto che non presenta sintomi inequivocabili che possono consentire di intervenire in tempo ma la maggior parte delle persone che ne soffrono se ne rendono conto solo alla prima frattura, avvenuta per cause banali, quando ormai la patologia è nettamente in corso.
Ci sono alcune fratture che sono tipiche nelle persone che sono affette da osteoporosi.
Fra queste ci sono le fratture ai polsi, quelle vertebrali e quelle che si verificano al femore e all’anca, una delle più tipiche fratture negli anziani. In realtà, però, la malattia fino a quando non raggiunge un livello di gravità massimo non provoca alcun dolore.
Quando ormai è conclamata, e in pazienti particolarmente anziani, anche un semplice colpo di tosse oppure uno starnuto più violento, possono portare ad una costola incrinata e ad una micro-frattura ossea.
Anche la posizione curva tipica delle persone in età avanzata è un sintomo dell’osteoporosi in quanto la colonna vertebrale, compromessa dalle fratture piccole o grandi, non riesce più a sostenere il peso del corpo e incurva. Un altro sintomo tipico, che si presenta ad uno stadio avanzato della patologia, è un diffuso dolore alle ossa.
La prima e più importante cura dell’osteoporosi è data dalla prevenzione. Il Ministero della Salute ha da tempo istituito un decalogo che indica le buone prassi per prevenire l’insorgere della malattia o comunque ritardarne gli effetti indesiderati.
Fra queste regole c’è quella di comunicare al proprio medico curante ogni minima caduta così da dare al professionista la possibilità di capirne motivi e circostanze. Inoltre è consigliato fare una blanda attività fisica a qualunque età, per mantenere elastici muscoli ed ossa.
Dal punto di vista delle terapie, invece, l’accertamento medico che consente di diagnosticare l’osteoporosi è la MOC DXA che stabilisce la densità ossea ottimale in base ad età, genere, incidenti verificati, etc.
I pazienti affetti dalla patologia vengono curati con l’assunzione di vitamina D e di calcio ma viene loro consigliata anche una dieta specifica e l’eventuale assunzione di integratori.
In casi gravi è prevista una terapia farmacologica a base di bisfosfonati che contrastano l’attività degli osteoclasti che causano la frantumazione delle ossa. I bisfosfonati sono potenti inibitori del riassorbimento osseo.