Belladonna: quali sono le proprietà e le controindicazioni

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La belladonna è una pianta che appartiene alla famiglia delle Solanaceae ed è apprezzata come rimedio naturale in svariate circostanze.

Le proprietà benefiche di questa pianta sono infatti davvero numerose, ma ci sono anche delle controindicazioni di cui è bene tenere conto per evitare problemi.

Proprietà della belladonna

La belladonna è una pianta con proprietà parasimpatolitica molto importanti e per questo aiuta ad inibire la funzione del sistema nervoso parasimpatico. Alla luce di tale beneficio, la pianta è in grado di combattere gli spasmi gastrointestinali. Il prodotto è anche molto utilizzato come anticolinergico, ma solo su prescrizione medica.

Le foglie della pianta sono molto apprezzate per via del loro contenuto di atropina e scopolamina. Inoltre, deve essere ricordata anche la presenza di alcaloidi che si trovano nelle foglie di belladonna. Questa sostanza è utile per ridurre la secrezione salivare e gastrica, inoltre consente una maggiore produzione di sudore.

In alcuni casi si utilizza anche per sedare la tosse e per combattere gli attacchi di asma.

Controindicazioni della belladonna

Le controindicazioni della belladonna sono davvero molte e per questo è bene conoscerle allo scopo di evitare problemi.

L’assunzione di dosi troppo elevate di questo prodotto può causare effetti collaterali quali secchezza della bocca, tachicardia e costipazione.

Inoltre, è bene sapere che l’assunzione di belladonna è controindicata nel caso di:

Ricordiamo anche che i bambini non dovrebbero utilizzare belladonna.

Tale pianta interagisce spesso anche con farmaci quali antidepressivi, antispastici e antistaminici.

La belladonna è velenosa?

La belladonna è ritenuta una pianta tossica e per questo l’ingestione delle sue bacche causa problemi quali vomito, nausea, tachicardia, dilatazione delle pupille, delirio e convulsioni.

La dose letale per gli adulti è di dieci bacche mentre per i bambini è di due.

Alla luce di questo si comprende che tale pianta deve essere assunta esclusivamente sotto forma di integratori omeopatici. In passato si utilizzava come tintura o come estratto, ma l’uso erboristico e fitoterapico della pianta oggi non è più molto comue in quanto si tratta di una pianta velenosa.