Accorgersi che il proprio bambino o bambina ha bisogno di dell’aiuto di uno psicologo non è affatto semplice: osservare un problema psicologico non è decisamente come accorgersi di un raffreddore o di un braccio rotto.
I disturbi mentali tra gli adolescenti e bambini hanno percentuali sempre più alte, e per questo è bene essere non solo preparati, ma soprattutto non stigmatizzare o temere particolarmente questa problematica. Stando agli ultimi studi, il 13% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni ha un disturbo mentale diagnosticato, e solo il 20% di questi viene curato in maniera adeguata. Accorgersi di queste problematiche è molto importante in quanto più passa il tempo, e più esse si radicano all’interno del bambino creando danni alla psiche.
Attenzione quindi a non far passare problematiche serie per “cose dell’età” o pensare che “gli passerà“.
Durante la crescita il bambino può per qualche motivo, trovarsi in difficoltà emotiva nel dover rispondere a determinate situazioni. Ci sono dei segnali che aiutano a riconoscere questo disagio:
regressione alle fasi precedenti di sviluppo: in molti casi è il primo segnale che il bambino necessita di uno psicologo.
Regredire alla fase precedente di sviluppo è una classica mossa di difesa per sentirsi più sicuri, nonché il modo del bambino di chiedere aiuto;
cambiamenti nelle abitudini: quando si notano grandi cambiamenti improvvisi nelle abitudini alimentari o del sonno per un periodo prolungato. Difficoltà nel dormire, risvegli notturni o mancanza di appetito possono essere manifestazioni di malessere;
Paure o preoccupazioni eccessive: è normale che durante l’infanzia i bambini inizino ad avere le loro preoccupazioni, ma non devono intaccare il loro equilibrio emotivo o limitare le proprie attività;
Isolamento sociale: nel momento in cui il bambino trascorre molto tempo da solo prendendo le distanze dagli amici, potrebbe soffrire di depressione o essere vittima di bullismo;
Aumento di irritabilità o aggressività: in bambini e adolescenti, i problemi psicologici possono mostrarsi anche come sintomi di agitazione, risposte impulsive o irritabilità.
Il motivo sta nelle aree prefrontali del cervello, l’autocontrollo non si è ancora sviluppato perciò i bambini faticano nel resistere ai propri impulsi. Un’altra caratteristica della situazione è che il bambino sia particolarmente frustrato di fronte ad un contrattempo, il che può portare anche a comportamenti distruttivi. Un caso estremo può anche portare all’autolesionismo, metodo per alleviare la tensione emotiva;
Problemi scolastici: nel momento in cui il bambino o adolescente inizia ad andare male a scuola, bisogna capirne la causa: ADHD, dislessia, disgrafia…
vengono individuate solitamente tra adolescenza e infanzia. Quando i bambini attraversano un periodo difficile, è probabile facciano fatica a tenere il rimo a scuola. In alcuni casi, quello scolastico può anche diventare il luogo dove manifestare comportamenti aggressivi nei confronti dei compagni di classe o degli insegnanti;
Cambiamenti somatici: non è raro che i bambini non riescano a trovare il mezzo per esprimere ciò che provano, finendo con il somatizzare le proprie emozioni.
Le difficoltà emotive si possono manifestare tramite alopecia, mal di testa, problemi gastrointestinali, tic nervosi…
Ricordare sempre: “la terapia non è per i pazzi. È per chi vuole farsi carico delle proprie emozioni”