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Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne che cresce spontanea in Europa e in Asia e che può essere anche coltivata nell’orto.
Questa pianta è considerata originaria del Tibet e della Cina e ne esistono diverse specie.
Il rabarbaro è una pianta utilizzata fin dall’antichità sia a scopo ornamentale che a scopo medicinale dalle popolazioni asiatiche della Cina e della Mongolia.
Le proprietà del rabarbaro sono diverse, infatti è utilizzato come aromatizzante, digestivo, depurativo, lassativo e rinfrescante dell’organismo. Inoltre arreca benefici anche per le sue qualità antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche.
Di solito si utilizzano le coste e i piccioli fogliari carnosi come ingrediente culinario, mentre l’utilizzo delle foglie viene sconsigliato per il loro elevato contenuto di acido ossalico che può provocare calcoli renali.
Del rabarbaro viene utilizzata principalmente la radice, di cui si utilizza l’estratto alcolico per preparare bevande e liquori. In alternativa viene fatto essiccare e utilizzato polverizzato o sminuzzato e impiegato per decotti.
Il rabarbaro è ottimo per il trattamento dei disturbi al fegato e all’intestino, per stimolare l’attività di questi organi, per depurarli e facilitare la produzione di bile e secrezioni gastriche.
La radice della pianta viene utilizzata per le sue proprietà lassative ma si deve fare attenzione alle dosi, altrimenti può diventare una purga molto potente. Per questo è meglio chiedere consiglio a un medico.
In erboristeria è utilizzato per preparare decotti, infusi, tinture e estratti in polvere. I prodotti erboristici a base di questa pianta vengono impiegati in caso di stipsi, dismenorrea, amenorrea e per regolarizzare l’appetito.
Un’altra particolarità di questa pianta è che, se coltivato nell’orto, funge da antiparassitario naturale.
In cucina il rabarbaro è usato soprattutto per preparazioni dolci, come marmellate e confetture, oppure per preparare bevande e tisane dall’alto potere lassativo. A livello di produzione industriale, il rabarbaro è spesso presente come ingrediente per aromatizzare le caramelle alle erbe o le caramelle balsamiche.
Il forte effetto lassativo del rabarbaro è la maggiore controindicazione. Inoltre l’assunzione di questa pianta è controindicata in gravidanza e allattamento e ai bambini al di sotto dei due anni.
Questa pianta non è adatta a chi soffre di problemi gastro-intestinali come le coliti, ulcere gastriche ed emorroidi.
Dato che le foglie di rabarbaro contengono molti ossalati, la loro assunzione è fortemente sconsigliata a chi soffre di calcoli renali.
Gli effetti collaterali del rabarbaro possono essere diversi, per questo se ne sconsiglia il consumo a chi soffre o ha sofferto di appendicite, malattie renali, calcoli, malattie infiammatorie dell’intestino, problemi epatici e mal di stomaco.